Roma (NEV), 25 maggio 2017 – Inizia oggi pomeriggio a Firenze, con una visita guidata allo Spedale degli Innocenti dal titolo “Un frate tedesco nella Firenze degli artisti: Martin Lutero agli Innocenti”, la terza sessione del convegno internazionale “Le arti e l’ecumenismo cosa rischia la teologia nella creazione artistica“.
Organizzato in occasione del Cinquecentenario della Riforma protestante per iniziativa del “Centro ecumenico per l’arte e la spiritualità Monte Tabor” con sede a Barga (Lucca) e a Orleans (Massachussets, USA), il simposio ha già fatto tappa in Francia, a Parigi, presso l’Institut Catholique (12-13 maggio) a Strasburgo, presso la Facoltà di teologia protestante (19-20 maggio), e in autunno si sposterà negli Stati Uniti a New Haven, presso l’Università di Yale (10-11 ottobre), e a Orleans, presso la Community of Jesus (27-29 ottobre).
Mentre a Strasburgo l’attenzione si è concentrata sull’apporto della Riforma a una teologia delle arti, la sessione fiorentina, spiegano gli organizzatori “recupera la testimonianza del passato: dell’icona orientale e della ‘nuova’ arte creata a Firenze all’epoca di Arnolfo di Cambio e Giotto, che si dissociava dal precedente stile bizantino, articolando un linguaggio visivo aperto alla teologia occidentale dei secoli XIII, XIV e XV”.
Temi chiave della sessione fiorentina sono: il senso dell’arte della Chiesa d’Oriente; il senso del nuovo naturalismo fiorentino del tardo medioevo; la ridefinizione dell’arte e del ruolo dell’artista nel Rinascimento; l’arte della Riforma e della Controriforma; il ruolo dell’architettura nell’identità ecclesiale.
A Firenze, a fare gli onori di casa sarà mons. Timothy Verdon, storico dell’arte e direttore dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Tra i numerosi interventi, segnaliamo quello di Jérôme Cottin, della Facoltà di teologia protestante di Strasburgo, su “Ricoeur e Van Gogh: dall’ermeneutica biblica alla spiritualità nell’arte” (alle 18 di venerdì 26, sala Brunelleschi, piazza San Giovanni 7). Proprio nel Museo dell’Opera del Duomo verrà allestita una mostra degli artisti Susan Kanaga, americana e protestante, e Filippo Rossi, italiano e cattolico.