Roma (NEV), 8 giugno 2017 – “Dopo 160 anni, la sfida più grande che l’Ospedale ha affrontato e affronta quotidianamente è quella di mettere in pratica i valori evangelici che lo ispirano: accoglienza, aiuto e cura alle persone più fragili, in un percorso di cure sempre rispettoso della dignità delle singole persone -. ha dichiarato Barbara Oliveri Caviglia, presidente dell’Ospedale evangelico internazionale di Genova (OEIGE), fondato l’8 giugno del 1857 -. Nei confronti delle donne, l’Ospedale, aperto a tutta la cittadinanza, ha dimostrato un’attenzione particolare attraverso l’attivazione di percorsi clinici e assistenziali durante la gravidanza, l’accompagnamento e sostegno alla genitorialità (prima e dopo la nascita), l’avviamento del progetto ‘Finestra Rosa’, a tutela delle donne e dei minori vittime di violenza, un progetto di accoglienza ai migranti con l’attivazione di un ambulatorio di assistenza sanitaria, che si pone come obiettivo di rispondere, non solo alle richieste in termini di prestazioni sanitarie, ma anche di offrire un luogo di accoglienza e superamento delle barriere culturali e sociali che il migrante affronta, talvolta e frequentemente in solitudine di affetti familiari e pesante vissuto personale, progetti finanziati con il contributo dell’Otto per mille della Chiesa valdese”.
Nella ricorrenza del 160° anniversario di fondazione dell’OEIGE, è stata ideata la giornata informativa “8 Marzo tutto l’anno – Le dottoresse dell’Evangelico incontrano le DONNE”, con l’offerta gratuita di prestazioni e visite sanitarie multi-specialistiche, momenti di incontro e approfondimenti.
L’OEIGE viene fondato nel 1857a seguito di un’epidemia di colera, quando si costituisce un Comitato composto da rappresentanti delle diverse chiese evangeliche (anglicana, presbiteriana scozzese, riformata svizzera, valdese), che sottoscrive una dichiarazione di impegno a costituire un luogo di cura per poter offrire assistenza sanitaria ai numerosi evangelici presenti in città, dedicato ai più bisognosi, sia residenti, sia di passaggio, di qualunque nazionalità e rivolto a tutti gli ammalati, anche ai poveri.