I protestanti e Rodotà. Laicità, libertà religiosa e diritti delle minoranze

Roma, 27 giugno 2017 – “La libertà religiosa è un principio che deve essere salvaguardato, è uno straordinario strumento di controllo sullo stato delle libertà individuali e collettive, perciò non può essere messa da parte; perché se noi riteniamo che sia indifferente per la vita pubblica e per la democrazia, ne avremo sicuramente un irreparabile impoverimento”. Stefano Rodotà, mancato lo scorso 23 giugno all’età di 84 anni, concludeva così la sua lectio magistralis sul tema “Libertà religiosa e cittadinanza” tenuta in occasione della conferenza “Pluralismo religioso e società italiana – il cammino verso la città integrale” promossa nell’ottobre del 2013 dalle riviste Coscienza e Libertà e Confronti presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma.

Il giurista, i cui funerali si sono svolti ieri presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”, nutriva una particolare attenzione verso i diritti delle minoranze religiose e le loro battaglie a favore della libertà religiosa per tutti. Le chiese protestanti italiane in particolare condividevano con il professore la comune lotta a favore della garanzia del principio della laicità dello Stato. Tematiche dibattute nell’ambito del protestantesimo quali: procreazione assistita, testamento biologico, obiezione di coscienza, limiti etici e giuridici della ricerca scientifica, erano il suo pane quotidiano. Rodotà, a più riprese ospite della rubrica televisiva “Protestantesimo RAIDUE”, lascia un’eredità di pensiero preziosa per credenti e non credenti.

Per rileggere la lectio magistralis “Libertà religiosa e cittadinanza” clicca qui.

Per rivedere l’intervista rilasciata nel giugno del 2013 a Protestantesimo-RAIDUE, in cui presenta il suo libro “Il diritto di avere diritti”, clicca qui.