Roma (NEV), 29 agosto 2017 – Sono originari soprattutto di Damasco in Siria, ma tra i 33 profughi (per metà minori) provenienti da Beirut e atterrati questa mattina a Roma-Fiumicino, c’è anche chi è fuggito da Tartous, Aleppo, Hama e Homs. Alcuni si trovavano nel paese dei cedri già da qualche anno, tant’è vero che tra i più piccoli tre sono nati in sistemazioni di fortuna in Libano.
Tutti portano intorno al collo il loro “distintivo”: “Corridoi Umanitari” – contrassegnato dai loghi dei tre enti promotori: Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Comunità di Sant’Egidio e Otto per mille delle chiese metodiste e valdesi. Hanno toccato terra alle 7, dopo essersi imbarcati questa notte a Beirut su quel volo Alitalia che li ha portati in tutta sicurezza e legalmente sull’altra sponda del Mediterraneo. Ad accoglierli con fiori e sorrisi il team di operatori e volontari di Mediterranean Hope-FCEI e della Comunità di Sant’Egidio. Tutti i nuovi arrivati – fatti i dovuti controlli, guidati ed istruiti dalla polizia di frontiera e affiancati dallo staff ecumenico – avanzano subito la loro richiesta di protezione internazionale.
Il progetto, infatti, permette a profughi particolarmente vulnerabili di accedere al diritto di chiedere asilo senza rischiare la vita in mare, e senza alimentare il business dei trafficanti. In un anno e mezzo sono giunti in Italia per questa via complessivamente quasi 900 persone con 15 voli.
Consulta qui la Scheda sul funzionamento dei Corridoi Umanitari.