Roma (NEV), 29 agosto 2017 – Sono entrati nella sala della conferenza stampa sulle note di “Fratelli d’Italia”: un tocco forse retorico che non ha minimamente intaccato il forte impatto umano ed emotivo che accompagna ogni arrivo dei corridoi umanitari. 33 persone siriane, provenienti dai campi profughi del Libano, famiglie soprattutto, padri, madri e soprattutto tanti bambini. Sono proprio i più piccoli a far sì che, dopo quindici voli e quasi 900 profughi accolti in Italia con degli speciali visti umanitari, questo sbarco abbia la stessa intensità del primo.
A dare loro il benvenuto, dopo l’arrivo il mattino presto all’aeroporto di Fiumicino e le procedure d’ingresso nel nostro Paese, c’erano i rappresentanti degli enti promotori i Corridoi umanitari – la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), della Comunità di Sant’Egidio e della Tavola valdese – e dei Ministeri dell’interno e degli esteri.
“Qui in Italia potrete iniziare una nuova vita, ma non sarà facile”, ha detto ai nuovi arrivati il pastore metodista Massimo Aquilante, già presidente della FCEI. E’ stata proprio sotto la sua presidenza che il progetto pilota dai Corridoi umanitari è stato definito e ha preso forma.
“Dovrete imparare una nuova lingua – ha proseguito Aquilante -, confrontarvi con una cultura diversa dalla vostra, gestire il vostro quotidiano con modalità diverse da quelle solite e incontrerete, qui in Italia, delle persone razziste. Avrete però modo di incontrare degli italiani,e sono tanti, che vogliono un mondo più giusto: sarà vostra responsabilità decidere di diventare loro amici per costruire insieme una democrazia migliore e più giusta”.
Il saluto del governo italiano è stato portato da Mario Giro, viceministro degli Esteri, e da Donatella Candura, dipartimento Libertà Civili del ministero dell’Interno. “Come italiani – ha affermato Giro – dobbiamo continuare a cercare soluzioni che tengano insieme le esigenze di umanità e quelle di sicurezza. In questo dobbiamo mantenere la nostra dignità, senza cedere alle paure o cadere nel vittimismo. Soprattutto, non dobbiamo operare il rovesciamento etico che dipinge i poveri del mondo come colpevoli”.
“I corridoi umanitari sono un’esperienza positiva e replicabile”, ha detto Daniela Pompei della Comunità di Sant’Egidio che, auspicando la possibilità di aprire altre vie legali in Europa, si è spinta oltre proponendo di “reintrodurre quote annuali d’ingresso per persone che cercano una vita migliore, riproporre il meccanismo della sponsorship privata. Proprio i Corridoi umanitari mostrano come la sinergia tra società civile e istituzioni possa produrre modelli efficaci di accoglienza e integrazione”.
Proposte, quest’ultime, che si ritrovano nei contenuti di alcune campagne della società civile come la proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero. L’umanità che fa bene”, o l’Iniziativa dei cittadini europei promossa dal Migration Policy Group e che verrà lanciata a breve, a cui la FCEI ha aderito.
All’accoglienza del nuovo gruppo di profughi era presente una delegazione della Federazione lavoratori agroindustria (FLAI) della GCIL, guidata dal sindacalista Jean-René Bilongo, che, in base a un accordo con la FCEI, prenderà in carico per un anno una delle famiglie arrivate con il volo di oggi.
Consulta qui la Scheda sul funzionamento dei Corridoi Umanitari.