Roma (NEV), 11 dicembre 2017 – “Il cammino dal conflitto alla comunione è irreversibile”. E’ quanto ha detto durante un’udienza in Vaticano, lo scorso 7 dicembre, l’arcivescovo Panti Filibus Musa, presidente della Federazione luterana mondiale (FLM), a papa Francesco.
Si tratta del primo incontro tra papa Francesco e Musa, eletto presidente della FLM lo scorso maggio, durante l’Assemblea generale dei luterani mondiali tenutasi in Namibia.
Musa ha ringraziato papa Francesco per aver sostenuto un approccio ecumenico alle celebrazioni del Cinquecentenario della Riforma protestante. In particolare, Musa ha ricordato la Commemorazione congiunta tenutasi il 31 ottobre 2016 a Lund (Svezia), alla presenza di papa Francesco e dell’allora presidente della FLM, il vescovo palestinese Munib Younan.
“La sua presenza a Lund è stata un dono prezioso – ha dichiarato Musa – che ha rimarcato una volta di più come i conflitti del passato non determinano più le nostre relazioni”. Egualmente importante, secondo il presidente luterano, è stato l’impegno sottoscritto nello stadio di Malmö per un’azione ecumenica comune a favore degli ultimi e dei poveri.
Tra le speranze del futuro, Musa ha ricordato la situazione di moltissime copie interconfessionali – composte cioè da un coniuge luterano e da uno cattolico – sottolineando come esse “nella loro vita condividano ogni cosa, a eccezione del pane e del vino” della Cena del Signore. L’auspico è che un “ecumenismo pastorale” ci porti a camminare insieme, scoprendo che “l’eucaristia non è soltanto la meta del nostro viaggio comune ma il nodo cruciale della nostra relazione, un viatico per il cammino di fede”.
Durante l’udienza, la delegazione luterana – di cui facevano parte, tra gli altri, anche il segretario generale della FLM, pastore Martin Junge, e l’arcivescova svedese Antje Jackelén – ha offerto in dono a papa Francesco una replica del Cristo di Bojayá, un simbolo del conflitto e della riconciliazione in Colombia, una nazione in cui luterani e cattolici lavorano insieme per l’affermazione della pace. Il crocifisso originale, senza braccia né mani, è esposto nella chiesa del villaggio di Bojayá.