Roma, 14 dicembre 2017 – “In questo anno di commemorazione dei 500 anni della Riforma protestante non c’è dubbio che da parte delle varie confessioni cristiane lo sguardo su Lutero e sui protestanti è cambiato, ed è cambiato in meglio, riverberandosi anche sul clima ecumenico”. Per il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), il lavoro preparatorio in corso teso all’istituzione di una consulta nazionale permanente delle chiese cristiane va collocato in questo quadro.
“Questo strumento non sarà ancora un vero e proprio Consiglio nazionale delle chiese, come esiste in molti paesi europei ormai da decenni – precisa Negro -, sarà una struttura snella, ma ci aiuterà a dare continuità, a uscire dall’episodicità, da un ecumenismo affidato alla sola buona volontà dei singoli credenti o confinato nella ‘riserva indiana’ della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si svolge ogni anno a gennaio”.
La decisione di dare continuità al lavoro ecumenico in Italia, creando un tavolo regolare di consultazione delle chiese cristiane a livello nazionale, non è stata ancora formalizzata, ma è stata assunta con convinzione da tutte le chiese che insieme hanno preparato il recente Convegno ecumenico ad Assisi. Spiega ancora Negro: “La decisione sarà formalizzata a febbraio, ma l’orientamento di tutte le chiese è ormai chiaro. Un traguardo importante, che attendiamo con trepidazione e gratitudine al Signore”.
“Nel nome di Colui che ci riconcilia tutti in un solo corpo”: con questo titolo, dal 20 al 22 novembre, si è svolto ad Assisi un importante convegno ecumenico, promosso dall’Ufficio nazionale ecumenismo e dialogo (UNEDI) della CEI in collaborazione con la FCEI e le principali chiese ortodosse presenti nel nostro Paese. Obiettivo del convegno era quello di interrogarsi, a partire dalla ricorrenza dei 500 anni della Riforma, su che cosa possa significare essere in “riforma” oggi, per tutte le chiese.