Roma (NEV), 20 dicembre 2017 – “Potente è la tua mano, Signore”: questo il versetto biblico, tratto da Esodo (15:6), scelto come filo rosso alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (SPUC) 2018 che, come tutti gli anni, ricorre dal 18 al 25 gennaio. Promossa congiuntamente dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (PCPUC), la Settimana di quest’anno è stata preparata dalle chiese cristiane caraibiche.
La vastità geografica dei Caraibi, che comprende sia territori sulla terraferma che isole, dà vita ad un mosaico ricco di diverse tradizioni etniche, linguistiche e religiose; è una realtà anche politicamente complessa, che presenta una varietà di sistemi governativi e costituzionali che vanno dalla dipendenza coloniale (inglese, olandese, francese e americana) alle repubbliche nazionali. Per lunghi secoli colonialismo e schiavitù oppressero le popolazioni, disumanizzando gli individui. In passato, l’attività missionaria dei cristiani nella regione era strettamente collusa con i colonizzatori. Seppure portata dagli oppressori, la Bibbia, nelle mani degli schiavi, divenne un’ispirazione e una garanzia che Dio era dalla loro parte e che li avrebbe condotti alla libertà.
I cristiani dei Caraibi vedono nella fine della schiavitù la mano di Dio. È un canto di trionfo sull’oppressione. Tuttavia, molti dei problemi che affliggono le popolazioni caraibiche oggi sono eredità del passato coloniale e della tratta degli schiavi. Questa ferita a livello collettivo si manifesta in problemi sociali legati sia a bassa autostima, sia all’esistenza di bande criminali e violenza domestica.
In Esodo la mano di Dio conduce il popolo di Mosè fuori dalla schiavitù, dando continua speranza e coraggio agli Israeliti. Nel 1981, durante un workshop della Conferenza delle chiese dei Caraibi, questo tema è stato trasposto in un inno intitolato The Right Hand of God, ed è divenuto un “inno” del movimento ecumenico nella regione tradotto in diverse lingue. “La mano di Dio semina la terra; essa pianta semi di libertà, speranza e amore”, recita l’inno. La mano di Dio che porta la libertà è anche seme di unità.