Roma (NEV), 17 gennaio 2018 – Diverse ore di cammino lungo il sentiero innevato che da Clavière arriva a Montgenèvre. Così centinaia di uomini, donne, bambini hanno marciato domenica 14 gennaio nell’alta Val Susa fino alla frontiera tra Italia e Francia per manifestare a favore della libertà di movimento delle persone. A organizzare la marcia di solidarietà è stata la rete Briser les Frontières, che raccoglie singoli cittadini e gruppi solidali italiani e francesi.
Il pastore Davide Rostan, titolare della chiesa valdese di Susa (TO) e attivista per i diritti umani, ha dichiarato all’agenzia NEV: “Spirito della marcia era quello di sbriciolare le frontiere, per impedire che il confine diventi un luogo dove la gente muore e viene bloccata. Soprattutto in questa valle, ma anche in altri luoghi, il confine viene continuamente varcato per il transito di merci e di soldi. La marcia di Briser les Frontières ha voluto esprimere solidarietà a tutte le persone che varcano le frontiere e mandare un messaggio a tutta la cittadinanza, affinché sia sensibilizzata su ciò che sta succedendo. Inoltre ha voluto esprimere solidarietà a tutte le persone che accolgono”.
Un reportage sulla marcia e sulle iniziative di solidarietà in val di Susa e nel Brianzonese andrà in onda il prossimo 11 febbraio su Protestantesimo-Raidue, rubrica a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), prodotto in collaborazione con Paolo Tognina, conduttore della rubrica televisiva Segni dei Tempi della prima rete della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI).
“Nell’ambito dell’ultimo anno la frontiera di Ventimiglia è stata completamente militarizzata, costringendo di fatto i migranti a cercare più a nord dei valichi per la Francia. La voce di una possibilità è corsa di bocca in bocca ed oggi, nonostante il gelo sceso sul Colle della Scala e sul Monginevro, ci sono decine di persone che, scarsamente equipaggiate, tentano la traversata, molte delle quali non hanno mai visto la neve” si legge sulla pagina Facebook degli organizzatori, che ricordano anche il caso di Mamadou, ragazzo di 27 anni trovato in stato di ipotermia sul Colle della Scala l’inverno passato, cui sono stati amputati entrambi i piedi.