Macerata. I battisti italiani scrivono al sindaco Romano Carancini

Sabato scorso in tutta Italia si sono tenute manifestazioni antirazziste e antifasciste. Messaggi che richiamano ai valori democratici e costituzionali sono giunti da diverse realtà evangeliche

Foto Riforma.it

Roma (NEV), 12 febbraio 2018 – “Caro Sindaco, il Dipartimento di evangelizzazione dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) esprime la propria costernazione davanti alle infami manifestazioni di violenza che continuano ad aver luogo nel nostro Paese. Una violenza che ancora una volta colpisce innanzitutto le donne e gli stranieri” inizia così la lettera al sindaco di Macerata Romano Carancini scritta dai battisti italiani alla vigilia della manifestazione antirazzista antifascista di sabato scorso a Macerata e in decine di altre città italiane. Nella lettera, una dedica con le parole della Bibbia: “Io ho un grande popolo in questa città, perciò non temere, ma continua a parlare e non tacere” (Atti degli Apostoli 18:9-10). Inoltre, l’invito a ricordare l’impegno del pastore battista Martin Luther King: “Esattamente cinquant’anni fa, King fu colpito da una pallottola esplosa dall’odio razziale. Benché morto, egli non ha smesso di parlare, e continua a ripeterci che ‘è più pericoloso il silenzio dei giusti, delle grida dei violenti’”. In conclusione della missiva, i firmatari richiamano al rifiuto della “perversa logica della detenzione di armi come strumento di sicurezza e l’uso della violenza come strumento di risoluzione dei conflitti”.

Altre comunità hanno inviato comunicati e manifestato per richiamare ai valori democratici e costituzionali. Oltre al messaggio contro razzismo e xenofobia del pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), hanno preso posizione, tra le altre, la chiesa battista delle Marche, la chiesa valdese di Verona e la chiesa metodista plurisede Fermo, Palombaro e Pescara.

“La sparatoria di Macerata non è un gesto di follia, ma di terrorismo che vuole torcere la competizione elettorale. Un gesto isolato che non nasce dal nulla: la pistola, l’odio razziale, la bandiera per coprire il nuovo sovranismo, il saluto romano, il tiro a segno sugli immigrati, ogni cosa indica la volontà di disperdere il sentimento repubblicano, di annullare il patto costituzionale”, si legge nel comunicato giunto da Verona. I metodisti di Fermo, Palombaro e Pescara chiosano: “Serve impegno quotidiano per i diritti di fronte al moltiplicarsi di atti a sfondo fascista, razzista e terroristico, non possiamo più rimanere in silenzio”.