Roma (NEV), 27 febbraio 2018 – “Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) è rattristato e scioccato per la tremenda situazione che sta colpendo la popolazione siriana. Una tragedia che non si arresta, nonostante la risoluzione 2401 approvata dal Consiglio di sicurezza ONU lo scorso 24 febbraio e che impone l’immediato cessate il fuoco umanitario”. E’ quanto si legge in una nota diramata ieri sera dal CEC, con sede a Ginevra (Svizzera), e che si riferisce alla “drammatica escalation di azioni militari contro i civili nel Ghouta orientale di Damasco”, in Siria. La nota così prosegue: “Il susseguirsi dell’offensiva militare dell’esercito siriano contro i civili e il divieto di un possibile accesso degli aiuti umanitari, è moralmente e eticamente inaccettabile. Un’offesa, un affronto, a tutte le norme stabilite dal diritto internazionale e umanitario”.
Pertanto il CEC – organismo mondiale che raggruppa 348 chiese evangeliche, anglicane e ortodosse nei cinque continenti – assicura le sue preghiere a chi soffre per il conflitto e “invita con urgenza il Consiglio di sicurezza, e in particolare quei paesi che hanno un’influenza diretta sul territorio, a porre immediatamente fine alla tragedia in corso nel Ghouta orientale, e che di recente ha colpito anche Efrin e altre regioni assediate”.
L’auspicio del CEC è quello che si possa porre fine “a quest’assurda guerra attraverso un processo politico guidato dalle Nazioni Unite, in conformità con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza”.
Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, non potrebbe essere più chiaro: “È il momento di dire, insieme, ora basta!”.