Roma (NEV), Roma 5 marzo 2018 – Il 71% degli aventi diritto in Svizzera ieri ha votato a favore del servizio radiotelevisivo pubblico, contro l’abolizione del canone annuale. Bocciata dunque l’iniziativa popolare detta “No-Billag”, che metteva a serio rischio il sistema dell’informazione pubblica ed indipendente. Soddisfazione per questo risultato è stata espressa da chiese ed enti ecclesiastici, nonché dagli stessi operatori dell’informazione religiosa svizzera.
Il portavoce della Federazione delle chiese evangeliche in Svizzera (FCES), Thomas Flügge, si rallegra del fatto che i cittadini e le cittadine sostengano i mezzi di comunicazione di servizio pubblico e apprezzino “un’informazione equilibrata che concede il dovuto spazio alle minoranze e ai gruppi più deboli”. Come la maggioranza delle cittadine e dei cittadini, anche la FCES – ha concluso Flügge – crede che la radio e la televisione “non debbano essere lasciate in mano alle logiche del mercato”.
Nella Svizzera francese le redazioni dei programmi religiosi cattolici e protestanti, rispettivamente Cath-Info e Médias-Pro che collaborano con la Radiotelevisione svizzera romanda (RTS), con un comunicato congiunto hanno espresso sollievo per il risultato della votazione: non solo il pubblico ha riconosciuto la qualità del lavoro svolto dalla Società svizzera di radio e televisione SRG SSR, ma – sottolineano le due redazioni – le stesse chiese nella campagna che ha preceduto il voto si sono spese a favore di questo esito.
In un Tweet esprime soddisfazione per l’esito della votazione anche il pastore Paolo Tognina, curatore della rubrica evangelica “Segni dei Tempi” della Radiotelevisone svizzera italiana (RSI), nonché redattore di rubriche radiofoniche e della rivista “Voce evangelica”.
#NoBillag Dopo il risultato di oggi, da domani si torna a lavorare con una motivazione ancora più forte. Grazie! #SegnideiTempiRSI #ChieseinDiretta #TempodelloSpirito #RSI pic.twitter.com/hihYJ6oSmI
— Paolo Tognina (@PaoloTognina) March 4, 2018