Gaza. Olav Fykse Tveit (CEC) condanna le violenze

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha denunciato sia le violenze, sia la negazione del diritto a manifestare pacificamente al confine

Olav Fykse Tveit (foto CEC)

Roma (NEV), 3 aprile 2018 – La “Grande marcia del ritorno” dei palestinesi, svoltasi lo scorso 30 marzo al confine con la Striscia di Gaza per commemorare gli scontri del marzo 1976, è finita in un bagno di sangue. 17 morti, uccisi dall’esercito israeliano, e più di 1400 feriti è il bilancio di quella giornata. A denunciare le violenze a poche ore dall’accaduto è stato il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). In una nota ha dichiarato: “Siamo di fronte ad una situazione critica per la vita e la dignità delle persone a Gaza. Gli eventi degli ultimi giorni mostrano che è urgente rispondere alle condizioni di vita estremamente difficili a Gaza con soluzioni costruttive e giuste”. Tveit ha sottolineato: “Chiediamo al governo israeliano di garantire i diritti umani, la libertà di espressione e la necessità di una pace e di condizioni di vita dignitose per tutti”. E rivolgendosi alla comunità interazionale ha chiesto “sostegno e azione”, affinché venga posto fine al blocco di Gaza.

Tveit ha ricordato che il CEC è favorevole ad una soluzione dei due stati, l’unica che garantirebbe una “soluzione duratura, e che sarebbe un contributo importante alla pace mondiale”.

“Preghiamo per le vittime e le loro famiglie – ha concluso – e cerchiamo la misericordia, l’amore e la grazia di Dio affinché possiamo avere la forza di continuare il nostro lavoro per la giustizia e la pace”.