Ginevra (NEV), 20 giugno 2018 – “La visita di papa Francesco indica che la Chiesa cattolica romana riconosce e incoraggia il dialogo tra Ginevra e Roma e apprezza la collaborazione ecumenica esistente a livello nazionale e locale” ha dichiarato il pastore luterano Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), in una recente intervista alla RSI a cura di Paolo Tognina.
Inoltre, Tveit ha sottolineato: “la Chiesa cattolica romana e il Consiglio ecumenico hanno un’agenda comprendente molti punti in comune. E questo lo vogliamo ribadire, insieme, rivolgendoci al mondo e alle nostre chiese”.
Forme di collaborazione tra il Vaticano e il CEC esistono da cinquant’anni, sin dal Concilio Vaticano II. “Vogliamo dare visibilità agli sforzi, compiuti da molte chiese in tutto il mondo, a favore dell’unità tra i cristiani e per la giustizia e la pace nel mondo”. I campi di collaborazione sono numerosi. Tveit, ai microfoni della RSI, li elenca così: “Riflettiamo ad esempio insieme sui compiti e la missione della chiesa in un mondo secolarizzato, sofferente e diviso – lo scorso mese di marzo abbiamo organizzato una grande conferenza sulla missione, per tutte le chiese cristiane, in Africa, in Tanzania. Lavoriamo insieme nel campo del dialogo interreligioso, con altre comunità di fede. Siamo impegnati, insieme, nell’affrontare la questione della migrazione e in particolare quella dei rifugiati, che riteniamo essere una grande sfida per le chiese in Europa, come in altre parti del mondo. Il Consiglio ecumenico e la Chiesa cattolica romana cercano insieme di rispondere al problema dei cambiamenti climatici, interveniamo insieme in aree di conflitto per promuovere la pace”.
Ma Tveit ricorda che “la visita del papa non sarà in primo luogo un’occasione per aprire dei negoziati, ma avrà lo scopo di rinsaldare i nostri vincoli, pregare insieme, condividere le nostre preoccupazioni e ribadire il nostro impegno comune”.
Interpellato sulla natura del “clima ecumenico” Tveit ha risposto: “Credo che l’elezione di Francesco abbia portato una primavera, se non addirittura un’estate, nei rapporti ecumenici. E questo per quanto riguarda il modo in cui cooperiamo e affrontiamo insieme molti problemi. Francesco ha ribadito la necessità di mostrare l’unità dei cristiani in modo concreto, mettendoci insieme al servizio di chi è bisognoso nel mondo. Questo atteggiamento ha reso possibili molti progetti comuni”.
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