Roma (NEV), 1° agosto 2018 – Il Tavolo asilo nazionale chiede al Governo italiano che si faccia subito chiarezza sulle responsabilità di chi ha deciso una operazione vietata dalla legge e dalle convenzioni internazionali come il respingimento collettivo di 101 persone, operato da una nave appoggio di una piattaforma petrolifera, la “Asso 28”, verso un Paese dove sono accertati trattamenti disumani e degradanti.
“Sulla base delle informazioni che ad oggi è dato conoscere, l’operazione potrebbe configurarsi come una ripetizione del caso Hirsi, cioè come una violazione delle norme internazionali”, fa notare il Tavolo asilo, che lancia una serie di interrogativi:
- Quale è il ruolo svolto dall’IMRCC italiano (Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo) in questa operazione?
- Chi ha indicato il porto di Tripoli alla “Asso 28” come porto sicuro per il soccorso delle persone salvate?
- Come mai la “Augusta Offshore”, proprietaria della “Asso 28”, dopo essersi rivolta per anni alla Guardia costiera italiana e all’IMRCC di Roma (262 operazioni SAR dal 2012 ad oggi e 23.750 persone salvate), all’improvviso ha deciso di cambiare interlocutore e rivolgersi alla Guardia costiera di Tripoli, nonostante si tratti di una imbarcazione italiana? Perché non si è rivolta alla nostra Guardia costiera come aveva sempre fatto in passato?
Pertanto, il Tavolo asilo chiede al Governo di riferire senza indugio in Parlamento su questa operazione.
“Chiediamo inoltre alle istituzioni italiane, al Parlamento e alla Commissione europea di farsi promotori di ogni iniziativa volta a fare chiarezza su quanto è successo e sulle responsabilità e di assumere le conseguenti iniziative politiche e giudiziarie”, aggiungono le organizzazioni del Tavolo asilo di cui fa parte la Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Infine chiedono alle Nazioni Unite e all’UNHCR un intervento ai massimi livelli per tutelare il diritto d’asilo e il rispetto delle convenzioni internazionali nel Mediterraneo.
Organizzazioni del Tavolo nazionale asilo firmatarie : A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, CNCA, Médecins du Monde Italia, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Mediterranean Hope) e Oxfam.