Roma, 8 agosto 2018 (NEV/CS27) – “Da mesi ascoltiamo parole violente e cariche di rancore nei confronti degli immigrati, che nel cuore dell’estate sono state seguite da gesti xenofobi e razzisti verso italiani con la pelle nera, richiedenti asilo, rom. Come cristiani evangelici riteniamo che il limite della tollerabilità di questo linguaggio e di questi atteggiamenti sia stato ampiamente superato e per questo abbiamo deciso di lanciare il messaggio chiaro e forte che noi non ci stiamo”.
Con queste parole il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, presenta il Manifesto per l’accoglienza approvato dal Consiglio FCEI.
“Anche se oggi è impopolare, affermiamo che noi evangelici siamo per l’accoglienza degli immigrati e dei rifugiati, per la tutela delle vite di chi fugge da guerre e persecuzioni attraversando il Mediterraneo, per l’integrazione. Lo facciamo – conclude il presidente della FCEI – con uno strumento semplice ma capillare quale un manifesto che speriamo possa essere affisso sul portone di ogni chiesa evangelica”.
“Ogni forma di razzismo è per noi un’eresia teologica” si legge nel documento, che si apre con alcune citazioni bibliche sull’accoglienza e sui diritti dello straniero. Il Manifesto per l’accoglienza prosegue poi con 8 punti in cui si ribadisce la falsa contrapposizione tra accoglienza degli immigrati e bisogni degli italiani, si sottolinea la buona pratica dei corridoi umanitari, si invita allo scambio interculturale nel quadro dei principi della Costituzione, alla protezione internazionale e alla tutela dei diritti, a un linguaggio rispettoso della dignità e a una presa di posizione contro xenofobia e razzismo, si denuncia l’esasperazione del dibattito pubblico sul tema delle migrazioni. Negli ultimi due punti, la FCEI fa appello alle chiese sorelle dell’Europa perché accolgano quote di richiedenti asilo e spingano i loro governi a promuovere politiche di condivisione dei flussi migratori in un quadro di solidarietà e responsabilità condivise, richiamando all’amore di Dio, che è più forte degli egoismi di individui e di nazioni.
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