Roma (NEV), 6 dicembre 2018 – “Non stiamo riuscendo ad arrestare la perdita di biodiversità. Abbiamo urgentemente bisogno di affrontare questa catastrofe silenziosa” così ha esordito il Segretario esecutivo per la Convenzione sulla diversità biologica (CBD) Cristiana Paşca Palmer dando inizio alla 14^ riunione della Conferenza delle Parti della convenzione sulla biodiversità (COP 14) dell’ONU a Sharm El Sheikh, in Egitto. Il tema della conferenza di quest’anno è stato “Investire nella biodiversità per le persone e il pianeta”. Erano presenti circa 3.800 partecipanti in rappresentanza di partiti, governi, ONG, popolazioni indigene, comunità locali, mondo accademico e rappresentanti del settore privato.
“La CBD è un trattato internazionale adottato nel 1992 al fine di tutelare la diversità biologica, l’uso sostenibile dei suoi elementi e la giusta ed equa ripartizione dei benefici e dell’accesso alle risorse genetiche – spiega Pierpaolo Nunzio della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che prosegue -. Adottata a Nairobi nel 1992, la Convenzione è stata aperta alla firma dei paesi durante il Summit di Rio su ambiente e sviluppo nel giugno 1992 insieme alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici e alla Convenzione contro la desertificazione ed è stata ratificata da oltre 50 Paesi”.
Il Piano strategico per la biodiversità 2011-2020 ha 20 obiettivi amministrativi, finanziari ed ecosistemici. “La Convenzione e i suoi protocolli si trovano a un bivio. Molti delegati hanno espresso profonda preoccupazione, rilevando progressi limitati in alcune aree e una serie di ostacoli – rileva ancora Nunzio -. Le crescenti pressioni ambientali associate all’aumento del populismo e del nazionalismo in molte parti del mondo potrebbero rappresentare una tentazione per ogni paese di ‘prendersi cura dei propri interessi’. Uno dei partecipanti alla COP 14 si è chiesto se le specie viventi del pianeta continueranno a suonare la sinfonia della vita, o inizieranno invece a suonare il requiem dell’estinzione, lasciando l’orchestra e uscendo dal palco uno a uno, chiudendosi la porta dietro. Spero che sia accolto il messaggio di chiusura di Paşca Palmer che ha citato il proverbio africano ‘Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi andare lontano, vai insieme’”.