Roma (NEV), 6 dicembre 2018 – “Il cambio di amministrazione comunale è fondamentale per capire questa storia. Nel programma elettorale della coalizione che ha vinto c’è il blocco della costruzione della moschea, e questo era uno dei punti cardine della campagna elettorale di Michele Conti, nuovo sindaco a guida di una coalizione che comprende Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia”. Queste le parole del pastore Daniele Bouchard, della Chiesa valdese di Pisa, a commento della vicenda che vede contrapposti il Comune di Pisa e la comunità islamica.
Una storia – come ci racconta Bouchard – che prende avvio in tempi lontani: “la precedente amministrazione pisana aveva operato alcuni adattamenti al piano regolatore per permettere la costruzione di una moschea ma dall’arrivo della nuova giunta l’avvio dei lavori è stato continuamente ostacolato attraverso la presentazione di cavilli tecnici e burocratici”. È di pochi giorni fa il provvedimento che, variando la destinazione d’uso dell’area, considerata troppo congestionata urbanisticamente, riconvertirebbe i 4 mila metri quadrati in parco o a servizi destinati al pubblico.
La Chiesa valdese, in un comunicato, ha invitato “tutte le Chiese cristiane a condividere la giusta battaglia per una compiuta applicazione dell’art. 8 della Costituzione Italiana nel nostro territorio” sottolineando come la costruzione di una moschea a Pisa si rende “necessaria per l’effettivo esercizio della libertà religiosa nella città e nel suo circondario”.
“Abbiamo rapporti ottimi con la comunità islamica con la quale celebriamo ogni anno la giornata di dialogo cristiano islamico, che coinvolge anche la comunità cattolica. L’attuale moschea è ospitata in un negozio e quindi la situazione è molto sacrificata – ha aggiunto Bouchard – e la costruzione di luogo di culto più consono sarebbe auspicabile e necessaria per permettere l’esercizio della libertà di culto”.
Bouchard ha anche raccontato di come il terreno sul quale avrebbe dovuto essere costruita la nuova moschea si trovi in quartiere bene della cittadina toscana, e di come una parte degli abitanti abbia realizzato una raccolta di firme per bloccare questa iniziativa; firme che in una prima fase sono state respinte perché presentavano alcune irregolarità.
Il pastore ha poi sottolineato come la disputa si inserisca nel generale clima culturale e politico italiano: “la città di Pisa, nella quale è presente una nutrita comunità islamica con persone di origine araba, bengalese e senalese, non ha vissuto episodi di violenza né di intolleranza verso gli stranieri ma è evidente come ci sia un’escalation di insofferenza verso le comunità straniere, musulmane in particolare”.