Roma (Nev/Riforma.it), 19 dicembre 2018 – Si è conclusa a Katowice la Conferenza sul clima COP24. I 196 Paesi partecipanti alla COP24 hanno trovato una convergenza sul Pacchetto climatico di Katowice per l’attuazione dell’accordo sul clima di Parigi (COP21).
L’accordo di Parigi è stato firmato il 22 aprile 2016 da 175 Paesi. Le regole per la sua entrata in vigore (avvenuta il 4 novembre 2016) prevedevano che venisse ratificato da almeno 55 Paesi che rappresentassero almeno il 55% delle emissioni di gas serra. L’Italia lo ha ratificato una settimana prima.
Esso prevedeva azioni di mitigazione per limitare l’aumento della temperatura terrestre a 1,5°C; verifiche quinquennali degli impegni presi, aiuti finanziari dei Paesi più ricchi con un “Green Climate Fund” da 100 miliardi di dollari da istituire entro il 2020 (a cui l’Italia si è impegnata a contribuire con 50 milioni di euro all’anno); azioni per scongiurare, minimizzare e affrontare le perdite e i danni associati agli effetti negativi dei cambiamenti climatici.
L’accordo riconosce anche il ruolo dei soggetti interessati che non sono parti dell’accordo nell’affrontare i cambiamenti climatici, comprese le città, altri enti a livello subnazionale, la società civile, il settore privato e altri ancora, invitati a cooperare localmente e internazionalmente.
Indica inoltre la necessità di regole globali per salvaguardare l’integrità degli sforzi di tutti i Paesi e garantire che ogni tonnellata di emissioni rilasciate nell’atmosfera venga contabilizzata.
Arabia Saudita, Usa, Russia (fra i 10 maggiori responsabili delle emissioni, insieme all’Unione europea che occupa il terzo posto), Kuwait e Brasile sono i Paesi che maggiormente hanno osteggiato i lavori Di Katowice, negando la necessità e l’urgenza delle misure indicate dall’ultimo rapporto dell’IPCC (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), il foro scientifico formato da due organismi delle Nazioni Unite, l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ed il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) allo scopo di studiare il riscaldamento globale) per rimanere entro la crescita della temperatura di 1,5°C.
Numerosi pellegrinaggi hanno attraversato l’Europa (tra cui quello che è partito da Roma il 4 ottobre) e manifestazioni in alcune città italiane hanno detto che occorre agire ora, cambiare il sistema e non il clima, e su questi temi si è impegnato anche il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), prima e durante la Conferenza.
Per contro, mentre la Commissione europea a fine novembre ha presentato una strategia per la neutralità climatica al 2050, l’Italia non ha ancora dato attuazione al Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici ed ha sedici procedure di infrazione solo in materia ambientale per mancato recepimento delle direttive europee.
Il prossimo appuntamento per i leader mondiali è il 23 settembre a New York, dove il segretario generale dell’ONU ha convocato un vertice mondiale sul clima perché i governi ai massimi livelli si impegnino ad attuare l’accordo raggiunto a Katowice.
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