Roma, 27 dicembre 2018 (NEV/CS50) – “Come protestanti italiani ci rallegriamo dell’esito della missione umanitaria di Open Arms che ha liberato oltre 300 persone dall’incubo delle violenze, degli stupri e dello sfruttamento nei campi di detenzione libici, ma al tempo stesso denunciamo che, ancora una volta, l’Italia e le istituzioni europee non abbiano risposto all’appello umanitario lanciato da Sea Watch”. Queste le parole di Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) che proprio prima di Natale ha firmato accordi di partenariato con le due Ong che si occupano di ricerca e soccorso in mare.
“Infatti, mentre Open Arms ha trovato un porto di accoglienza in Spagna, la Sea Watch naviga con 32 naufraghi a bordo senza nessuna indicazione sul porto di destinazione, dopo aver ricevuto il rifiuto a concedere un porto sicuro da parte di cinque governi (Italia, Malta, Spagna, Paesi Bassi e Germania) del cosiddetto Occidente cristiano – ha proseguito Negro -. Per noi cristiani, che nel Natale abbiamo celebrato la speranza in Cristo e il dono dell’accoglienza, è uno scandalo che scuote le nostre coscienze. A chi ci accusa di buonismo replichiamo che il bene del nostro prossimo e l’accoglienza a chi cerca rifugio e protezione non è una debolezza della quale vergognarsi bensì una forza morale che fa grande un Paese e una civiltà. Chi allestisce il presepe e nega l’accoglienza costruisce una grotta di cartone senza Gesù, una scatola vuota priva dell’amore di Dio”.
Alle 32 persone a bordo di Sea Watch, tra cui 4 minori non accompagnati e tre bambini, Negro ha voluto inviare un messaggio di solidarietà e sostegno: “Vi siamo vicini con i nostri pensieri nostre preghiere e la nostra solidarietà. Il Signore vi accompagna e naviga con voi verso un porto sicuro, anche se oggi non sappiamo ancora quale sia”.