Bologna (NEV), 6 marzo 2019 – Durante il 2° incontro annuale della European Academy of Religion (EuARe), piattaforma promossa dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII (FSCIRE), in corso a Bologna dal 3 al 7 marzo, si è svolto il panel, organizzato dalla Società Studi Valdesi, “Il lungo cammino della libertà religiosa nell’Italia multiculturale” moderato da Paola Schellenbaum, con Sumaya Abdel Qader, Luca Ozzano, Valdo Spini, Filippo Maria Giordano.
Filippo Maria Giordano, dell’Università degli Studi di Torino, ha svolto la relazione “Da eretici a sudditi, da resistenti a cittadini: il lungo cammino dei valdesi per l’affermazione della libertà religiosa in Italia (1848-1948)”, un lungo excursus storico in cui ha indicato le date fondamentali per il movimento valdese, a partire dal 1532 (sinodo di Chanforan), e ha sottolineato lo sforzo prolungato di resistenza della comunità valdese fino al 1848 con la concessione delle Lettere Patenti. Giordano ha messo in evidenza i passaggi fondamentali che la comunità valdese ha affrontato sia dal punto di vista religioso che politico soffermandosi in particolare sulla partecipazione dei valdesi alla Resistenza: “i valdesi con la loro organizzazione da sempre sono stati cittadini nella loro chiesa prima di diventare cittadini nello stato democratico”, ha concluso.
Luca Ozzano, professore associato dell’Università degli Studi di Torino, nella sua relazione “Il discorso sul multiculturalismo e sul pluralismo religioso della destra italiana”, ha affrontato la posizione della Lega rispetto alla religione differenziando tra una Lega delle origini e quanto avvenuto negli anni 2000 con una decisione di sposare una visione di cattolicesimo identitario e integralista. Nasce così una posizione di parziale disinteresse o rifiuto verso le altre religioni e nasce la contrapposizione all’Islam che si manifesta principalmente con la battaglia contro i luoghi di culto.
Sumaya Abdel Qader, vice presidente della Commissione Cultura del Comune di Milano è intervenuta con una relazione su “Milano come crocevia di fedi e culture. Faro d’Italia?”. Abdel Qader ha sottolineato la grande diversità culturale che è presente nella città, si parla di 114 differenti paesi presenti, che si riflette in particolare nelle scuole ha evidenziato come dal punto di visto della pluralità religiosa la città sia ormai da anni aperta al dialogo: “già nel 1990 il cardinale Carlo Maria Martini aveva detto ai milanesi di aprirsi al dialogo interreligioso, qualche anno dopo è stato costituito il Forum delle religioni”. Ha raccontato anche del progetto che porta rappresentati delle varie religioni nelle scuole elementari e medie dove attraverso l’arte e la cultura vengono narrate le differenti tradizioni religiose.
Valdo Spini, della Fondazione Circolo Rosselli, ha parlato de “Il largo cammino della legge sulla libertà religiosa in Italia” e si è focalizzato sull’articolo 8 della Costituzione, voluto da Umberto Terracini, che ha introdotto il tema delle Intese: “il fatto, a mio parere positivo, dell’articolo 8 – ha detto Spini – è che le chiese protestanti e la comunità ebraica hanno cominciato a rivendicarne l’attuazione”.
Spini ha poi proseguito: “Le Intese hanno avuto successo perché sono andate al di là del recinto delle religioni più conosciute e si sono aperte anche ad altre tradizioni religiose. Malgrado questo dobbiamo ricordare che l’edificio del rapporto Stato-chiesa in Italia ha due piani: al primo piano c’è la chiesa cattolica, al secondo piano ci sono le chiese che hanno le Intese e al pianterreno ci sono le chiese che non hanno nulla e che funzionavano ancora sulle leggi dei culti ammessi del 1929”.
Spini ha ripercorso l’accidentato cammino di una legge sulla libertà religiosa dal 1996 ad oggi e alla mancanza che ancora c’è di una legge quadro su questo tema: “oggi non c’è nessun testo presentato, né governativo né parlamentare. A mio parere la legge quadro sulla libertà religiosa rappresenta un terreno di sperimentazione che sarebbe estremamente importante e rafforzerebbe la richiesta di Intesa dei musulmani. Sarebbe quindi fondamentale riproporre questo tema perché, chi spiegherà un domani a un musulmano di seconda, terza generazione che lo stato italiano non è stato in grado di fare una legge sulla libertà religiosa? Da questa sede rilanciamo con forza il tema perché qualcuno prenda in mano questo testimone e presenti una legge”, ha concluso.
La European Academy of Religion (EuARe) è un’iniziativa avviata nel dicembre 2016 sotto il patrocinio del Parlamento Europeo per la diffusione di studio, ricerca, comunicazione, scambio e cooperazione su temi religiosi rilevanti per la realtà accademica e la società.