Roma (NEV), 6 marzo 2019 – La pace è un denominatore comune di quasi tutte le principali religioni mondiali. Questo, in sintesi, il messaggio scaturito dall’incontro annuale del gruppo referente del pellegrinaggio di giustizia e pace del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) che si è riunito a Chiang Mai, in Tailandia, dal 4 al 6 marzo.
Per incontrare il gruppo, il Consiglio cristiano dell’Asia (CCA) ha riunito 80 partecipanti in rappresentanza di sette religioni tra cui cristiani, buddisti, islamici, ebrei, bahai, indù e sikh, che hanno discusso insieme le questioni religiose e le loro implicazioni nella società asiatica.
“Il dialogo interreligioso continuo è la chiave per una migliore comprensione reciproca, per la tolleranza, il rispetto, la pace e la stabilità a lungo termine – ha affermato Mathews George Chunakara, segretario generale della CCA -. In diversi contesti in Asia, sebbene i cristiani costituiscano una microscopica minoranza, essi sono direttamente coinvolti nella costruzione della pace sostenendo la dignità e i diritti delle persone e delle comunità, indipendentemente dalle loro identità religiose e di fede. La pace è un denominatore comune di tutte le principali religioni”.
Frank Sethi, in rappresentanza dei Sikh, ha detto: “Un ottimo modo per comprendere le altre religioni è visitare i loro luoghi di culto. Andare in una chiesa o in una moschea e chiedere il permesso di entrare. Bisogna essere aperti e imparare gli uni dagli altri”.
Isabel Apawo Phiri, vice segretaria generale del CEC, ha dichiarato: “Come cristiani, cerchiamo la pace e la giustizia, in obbedienza alla chiamata di Cristo ad amare Dio e ad amare il nostro prossimo come noi stessi. La Conferenza cristiana dell’Asia è un modello di ispirazione al dialogo con le altre religioni. Questa è una via verso pace e armonia”.