Roma (NEV), 15 marzo 2019 – Altissima partecipazione allo sciopero globale per il clima, nati dall’esempio di Greta Thunberg, una ragazza svedese di 15 anni che da agosto 2018, ogni venerdì, protesta fuori dal parlamento svedese – e quindi fa sciopero a scuola – per chiedere al governo svedese e agli altri stati di agire concretamente per arginare i cambiamenti climatici. Anche il mondo evangelico italiano e internazionale hanno aderito alla manifestazione con delegazioni di chiese che hanno partecipato alle manifestazioni locali.
Già nei giorni scorsi si erano moltiplicati appelli da parte di organismi internazionali come il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) che ha presentato un “Piano d’azione per le congregazioni, le comunità e le chiese per un’economia di vita e la giustizia ecologica”, curata da Norman Tendis, recentemente scomparso nell’incidente dell’Ethiopian Airlines.
Il Decano della chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), Heiner Bludau, ha detto che “il futuro è dei giovani, sono loro che devono vivere in questo mondo. È giusto che chiamino alla responsabilità gli adulti, i politici che agiscono senza tener conto di coloro che vengono dopo di loro. Se tutti alzassero la voce, se ognuno iniziasse con se stesso nel suo piccolo, allora i politici non avrebbero più scuse. Ed è proprio questo l’esempio che ci danno questi giovani!”.
Il pastore della chiesa di San Pietro di Zurigo, Ueli Greminger, si è unito allo sciopero per il clima con una singolare protesta: ha bloccato l’orologio del campanile alle 11.55. La sua azione “mancano cinque minuti a mezzogiorno”, intende richiamare al fatto che “siamo a un passo dalla catastrofe”.
Anche ACT Alliance, una coalizione di 150 chiese e organizzazioni religiose, supporta il movimento globale degli studenti che chiedono il cambiamento climatico: “L’iniziativa dello sciopero globale – ha rimarcato nella sua pagina Twitter – sottolinea che non c’è tempo da perdere. Condividiamo la richiesta di giustizia climatica e chiediamo ai governi di seguire l’esempio e attuare l’accordo di Parigi”.
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), attraverso il programma rifugiati e migranti Mediterranean Hope e la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) ha aderito allo sciopero globale: “In Italia – ha detto Antonella Visintin coordinatrice della GLAM – prendere sul serio e camminare insieme vuol dire assumere la necessità di voltare pagina rispetto a un modello di sviluppo che ancora si basa sulla cementificazione, che parla di economia circolare ma non la pratica, che si basa sulla crescita illimitata di beni e servizi e che dichiara di attuare una transizione energetica mentre partecipa a missioni di guerra per difendere gli interessi geopolitici e l’approvvigionamento di energie fossili”.
Tante le chiese locali che si sono unite allo sciopero con varie iniziative e partecipando ai cortei sul territorio (vedi la Galleria fotografica).
I giovani della Chiesa battista di Roma Trastevere hanno partecipato alla manifestazione romana fermandosi a pregare davanti al Campidoglio e al parlamento chiedendo a chi ci governa di prendere sul serio queste richieste. Il pastore Ivano De Gasperis ha detto che i ragazzi della sua chiesa hanno preparato un appello, postato poi su Facebook, e che come “adulti responsabili abbiamo il dovere di appoggiare i giovani che sognano un futuro godibile, migliore e giusto”.