Roma (NEV), 20 marzo 2019 – È in corso a New York, negli Stati Uniti, la 63ª sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile (CSW). Fra i partecipanti, numerose rappresentanze politiche, religiose ed ecumeniche, tra cui l’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC) che ha partecipato a uno degli incontri.
Sarah Macharia della WACC, responsabile del programma Genere e comunicazione, ha preso parte al dialogo intitolato “Accelerare l’attuazione della Dichiarazione e della piattaforma d’azione di Pechino: lo scambio delle migliori pratiche in preparazione del riesame e della valutazione di Pechino + 25”. Tra gli altri partecipanti c’erano rappresentanti del governo, parlamentari, società civile e organizzazioni femminili, rappresentanti di organismi delle Nazioni Unite, del settore privato e dei media.
Macharia ha evidenziato l’importanza del raggiungimento della parità di genere nei media e nella comunicazione come strumento fondamentale per porre fine alla disuguaglianza di genere.
“I media sono gli agenti chiave nel processo di socializzazione, il processo attraverso il quale interiorizziamo le norme e le convinzioni delle società in cui viviamo – ha detto Macharia -. I giovani trascorrono più tempo a interagire con i media che con qualsiasi altro agente di socializzazione. In Kenya, ad esempio, gli adolescenti trascorrono 70 ore alla settimana davanti a schermi TV e telefoni cellulari e solo 40 ore a scuola”.
La responsabile del programma Genere e comunicazione della WACC ha anche ricordato che il ruolo dei media nel promuovere l’uguaglianza di genere è menzionato nell’obiettivo 5 dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite. I media sono anche “coinvolti nel raggiungimento di tutti gli altri obiettivi, ad esempio la rimozione delle barriere sociali per l’emancipazione di ragazze e donne – ha affermato Macharia -. Nella nostra revisione di Pechino +25 crediamo che i media e la comunicazione meritino attenzione per aumentare la probabilità di superare l’impasse e accelerare il ritmo del cambiamento in tutte le aree di sviluppo”, ha aggiunto.
Macharia ha anche fornito un aggiornamento sul Global Media Monitoring Project (GMMP) della WACC, uno studio longitudinale a livello mondiale sulla rappresentazione delle donne nei media mondiali, iniziato nel 1995. La sesta ricerca della serie è prevista per il 2020.
“Nel 2020 ci riuniremo per aggiornare la ricerca e scoprire quanto siamo vicini agli obiettivi espressi a Pechino”, ha affermato. “Nel 2015 abbiamo scoperto che il ritmo del cambiamento era rallentato considerevolmente”.