Roma (NEV), 15 aprile 2019 – Come rispondono le chiese ai discorsi d’odio? Sono efficaci nel contrastare le notizie false? C’è speranza per il futuro dell’Europa? Sono alcune delle domande scaturite dal convegno dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (World Association for Christian Communication-WACC) – Regione Europa “Cosa ci rende così arrabbiati? Discorsi d’odio, notizie false e diritti dell’informazione” tenutosi a Helsinki e Stoccolma dal 10 al 12 aprile scorsi, in collaborazione con la Conferenza delle chiese europee (KEK).
Le conclusioni dei lavori sono state affidate a Philip Lee, direttore programmi WACC, Praxedis Bouwman, del comitato comunicazione delle chiese di minoranza per la Federazione luterana mondiale (FLM), e al Segretario generale della KEK Heikki Huttunen.
“I discorsi d’odio si presentano in forme diverse nei contesti locali, ma una dimensione trasversale è quella di genere – ha dichiarato Lee –. Le donne hanno maggiori probabilità di subire cyber-violenza e discorsi d’odio rispetto agli uomini, come si evince da uno studio del Parlamento europeo”. La ricerca ha dimostrato che le donne sperimentano la violenza in rete su social media, forum di discussione, motori di ricerca, servizi di messaggistica, app di incontri, chat e commenti, con minacce a sfondo sessuale: “La cyber-violenza minaccia i diritti e le libertà fondamentali delle donne, la loro dignità e uguaglianza e influenza la loro vita a tutti i livelli”.
Fra le parole chiave emerse dal convegno, diritti umani, libertà di espressione e di opinione, tutela della privacy e sicurezza: “La tecnologia digitale ha contribuito al progresso del diritto alla libertà di opinione e di espressione, del diritto di ricevere e condividere informazioni, del diritto di comunicare – ha osservato Lee –, tuttavia, ha anche aumentato comportamenti illegali da parte di governi e fornitori di servizi che possono violare i diritti delle persone e aumentare la vulnerabilità digitale. I potenziali abusi includono l’interruzione o il completo spegnimento dei sistemi, l’uso improprio delle informazioni per la sorveglianza, la censura, la cancellazione o il blocco dei dati e la manipolazione”.
“È importante che i giovani siano parte attiva nei processi di informazione e comunicazione, e tutti noi dobbiamo essere proattivi nelle soluzioni – ha concluso Lee –. Per farlo, dobbiamo partire dalle parole, dobbiamo definire che cosa intendiamo quando parliamo di social media, di odio o di notizie false. Dobbiamo essere profetici, critici e politici”.
Bowman ha rimarcato quanto sia importante che le chiese definiscano il loro ruolo e che la rappresentanza delle donne sia garantita a tutti i livelli. Serve un’equa presenza di donne e giovani nelle giurie ecumeniche, nei vertici degli organismi culturali e a tutti i livelli: “Come cristiani, dobbiamo essere critici e alzare la voce per essere ascoltati”.
Il segretario della KEK Huttunen ha chiuso i lavori a partire da tre fondamenti del Piano strategico delle chiese europee “Insieme nella speranza e nella testimonianza”.
“Perché le nostre chiese dovrebbero cooperare, condividere le loro risorse e comunicare fra loro? – si chiede Huttunen –. Serve la voce delle chiese in Europa, servono un lavoro teologico e un contributo concreto al futuro dell’Europa, un futuro di pace, sicurezza e dialogo. C’è speranza? Se ne parliamo è perché ci manca e dobbiamo rinnovarla nel Vangelo, nel messaggio cristiano – ha concluso –. Quanto alla testimonianza, come chiese ci interroghiamo su come essere rilevanti, non solo con parole secolari, ma anche fra di noi, con trasparenza e collaborando sulle sfide comuni. Dobbiamo essere globali, siamo una sola umanità, abitanti di uno stesso pianeta”.
Al convegno hanno preso parte circa 50 delegati da tutta Europa e numerosi relatori, fra cui Stephen Brown, presidente della WACC per l’Europa, Anders Gadegaard, pastore della Chiesa evangelica luterana in Danimarca e coordinatore del gruppo di comunicazione della KEK, Philip Lee, segretario generale della WACC, Sara Speicher, segretario generale aggiunto WACC, Max Arhippainen, direttore comunicazione del Ministero della difesa finlandese, Agnieszka Godfrejow-Tarnogorska della Chiesa evangelica della confessione di Augusta in Polonia, Dóra Laborczi, della Chiesa evangelica luterana in Ungheria, il pastore Kimmo Saares, responsabile dei programmi per la Chiesa evangelica luterana in Finlandia, Eva Brunne, vescova della Chiesa di Svezia, Jakob Schwarz, presidente dei giovani della Chiesa di Svezia, Ralf Peter Reimann, della Chiesa evangelica della Renania.
Eletto il nuovo direttivo per la regione Europa. Stephen Brown confermato presidente della WACC per l’Europa
L’Assemblea dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (World Association for Christian Communication-WACC) – Regione Europa, riunitasi fra Helsinki e Stoccolma in occasione del convegno “Cosa ci rende così arrabbiati? Discorsi d’odio, notizie false e diritti dell’informazione”, ha eletto i suoi rappresentanti e il nuovo comitato direttivo:
Stephen Brown, presidente. Ralf Peter Reimann, vice presidente. Julienne Munyaneza, segretaria. Freddy Dutz, tesoriere. Il Comitato direttivo è composto da: Arni Svanur Danielsson, Jean Luc Gaderau, Alba Sabaté Gauxachs, Agnieszka Godfrejow-Tarnogorska, Eeva-Kaisa Heikura, Tuomo Pesonen, Marian Kneteman, Aleksic Mladen.
Galleria fotografica del convegno dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (World Association for Christian Communication-WACC) su discorsi d’odio, fake-news e diritti all’informazione e alla comunicazione. Helsinki-Stoccolma, 10-12 aprile 2019.
Da Twitter
“Fiducia e sicurezza non si costruiscono erigendo muri contro l’ignoto”. La campagna della chiesa di Svezia contro il razzismo e contro l’incitamento all’odio:
Trust and security wil not be built by raising walls against the unknown. The @svenskakyrkan campaigns against #racism and #HateSpeech #cecwacc2019 pic.twitter.com/Nags2cMcEz
— Jim McDonnell (@jimmcdonnell) April 11, 2019