Roma (NEV), 17 aprile 2019 – Il Manifesto interreligioso dei diritti nei percorsi di fine vita, sottoscritto fra gli altri dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha ricevuto oggi ad Amman la medaglia d’argento nell’ambito della settimana mondiale dell’armonia tra le fedi.
Il riconoscimento, consegnato a Maria Angela Falà, presidente del Tavolo interreligioso di Roma, è stato attribuito con questa motivazione:
“I leader di diverse fedi (buddista, cattolico, islamico, indù, ebreo, ortodosso, cristiano riformato) – si legge nella motivazione del Premio – hanno firmato un Manifesto per assicurare sostegno religioso e spirituale ai malati in strutture sanitarie come ospedali, ospizi o a casa durante la fase finale della loro vita. Il Ministro della Salute italiano Giulia Grillo ha partecipato alla cerimonia della firma e ha sottolineato che il Manifesto è un documento molto importante per il dialogo e la cooperazione tra le diverse religioni e fedi. Il Governo italiano promuoverà questa iniziativa per sostenere la dignità dei morenti e il sostegno religioso e spirituale alla fine della vita”.
Istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2010, scopo della World Interfaith Harmony Week è di promuovere il dialogo interreligioso e la mutua comprensione tra diverse tradizioni di fede o di pensiero, entrambi aspetti della convivenza ritenuti imprescindibili ad una cultura della pace. Fu proposta nel settembre 2010 all’ONU da Re Abdullah II di Giordania, nello spirito della Lettera aperta dei 138 saggi musulmani “Una parola comune” indirizzata al mondo cristiano.
Il Manifesto, presentato lo scorso 5 febbraio a Roma, si basa su nove diritti fondamentali: diritto di disporre del tempo residuo; diritto al rispetto della propria religione; diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale; diritto alla presenza del referente religioso o assistente spirituale; diritto all’assistenza di un mediatore interculturale; diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di referenti di altre fedi; diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari; diritto al rispetto delle pratiche pre e post-mortem; diritto al rispetto reciproco.
È in corso la definizione delle linee guida e delle procedure operative che saranno replicabili in ogni realtà sanitaria italiana, a cura del gruppo promotore, formato dal Tavolo interreligioso di Roma, ASL Roma 1, GMC – Università cattolica (Hospice villa Speranza).
I firmatari del Manifesto sono: Centro islamico culturale d’Italia, Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Diocesi ortodossa romena d’Italia, Hospice villa Speranza – Università cattolica del Sacro Cuore, Istituto buddista italiano Soka Gakkai, Unione buddhista italiana, Unione comunità ebraiche italiane, Unione induista italiana, Unione italiana chiese cristiane avventiste del Settimo Giorno, Vicariato di Roma, Associazione volontari ospedalieri (AVO), Centro servizio per il volontariato (CSV Lazio), Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato, un Operatore Socio Sanitario in rappresentanza della categoria; recentemente ha aderito anche la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (FNOPI).
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