Anglicani. Comunione mondiale, sfide per il futuro

Si è chiusa a Hong Kong la 17^ riunione del Consiglio consultivo anglicano (ACC17)

I vescovi Ed Konieczny dell'Oklahoma, Joel Waweru di Nairobi e Eraste Bigirimana di Bujumbura, si abbracciano dopo un acceso dibattito su una risoluzione sulla sessualità all'ACC17. Foto ACNS

Roma (NEV), 13 maggio 2019 – La 17^ riunione del Consiglio consultivo anglicano triennale (ACC17) si è chiusa a Hong Kong dopo una settimana di lavori che hanno visto coinvolti più di 110 delegati e ospiti da tutto il mondo per dare forma al futuro della Comunione anglicana.

Foto ACNS

Domenica 5 maggio l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby ha celebrato il servizio conclusivo nella Cattedrale di San Giovanni a Hong Kong accompagnato dalle parole dell’inno: “Andate avanti nel mondo in pace”, insieme all’arcivescovo e primate di Hong Kong Sheng Kung Hui e l’arcivescovo Paul Kwong, presidente eletto del Consiglio consultivo.

Condivisione, ospitalità, cura reciproca, l’amarsi l’un l’altro come modello di vita cristiana, questi sono stati i temi richiamati nella predicazione: cosa significa essere cristiani in pratica? Si legge su Anglican News: “Sfidare le chiese ad amarsi a vicenda anche quando non si è d’accordo… Abbiamo avuto le nostre discussioni, i nostri disaccordi, le nostre delusioni, tanto quanto abbiamo raggiunto risultati autentici. Ma credo fermamente che le nostre discussioni, i disaccordi e le delusioni siano tutti avvenuti all’interno del Corpo di Cristo, e che, per quanto possiamo sostenere e sentire appassionatamente la giustizia della nostra causa, torniamo ad ascoltare la Parola, a condividere la Pace, a spezzare il pane insieme e a seguire Cristo”.

Durante i lavori sono stati affrontati diversi temi programmatici. Un acceso dibattito ha caratterizzato la proposta di risoluzioni ed emendamenti in merito alla questione della sessualità umana, con il rischio di creare disunione proprio nell’ultima giornata del Consiglio consultivo. L’impasse si è risolta in seguito a una sessione in cui l’Arcivescovo di Canterbury è intervenuto con delle scuse e una proposta di compromesso, approvata con sole tre astensioni e nessun contrario.  Il dibattito si è concluso con un abbraccio fraterno dei vescovi che precedentemente si erano espressi fermamente con opinioni contrastanti.

La risoluzione in questione cercava di “reimpegnare la Comunione anglicana sul processo di ascolto della Conferenza di Lambeth del 1998 sulla sessualità umana – riferisce Anglican News –. Ma la sua formulazione si è rivelata controversa. Alcuni membri l’hanno descritta come ‘ambigua’ e passibile di fraintendimenti”.

Ecco il testo della risoluzione modificata e approvata: “Il Consiglio consultivo anglicano prende atto con preoccupazione dello schema degli inviti alla Conferenza di Lambeth 2020 e chiede che l’Arcivescovo di Canterbury, in quanto centro dell’unità, assicuri che venga avviato un processo di ascolto facilitato,  solidale e indipendente, per ascoltare le preoccupazioni e le voci delle persone, specialmente quelle che si sono sentite emarginate nei confronti della sessualità. L’Arcivescovo di Canterbury sarà anche responsabile della compilazione del lavoro svolto in quest’area in tutta la Comunione Anglicana da Lambeth 1998 e riferirà al Comitato Permanente e all’ACC18. Chiede all’arcivescovo di Canterbury di esaminare tutte le questioni di discriminazione nella Comunione anglicana e di formulare raccomandazioni al Comitato permanente e di riferire all’ACC18″. Segnali di preoccupazione erano già emersi per la conferenza “alternativa” dei vescovi anglicani nel 2020 da parte della GAFCON, ala conservatrice della Comunione anglicana mondiale, che ha annunciato il raduno che si terrà a poche settimane dalla ufficiale “Lambeth Conference”.