Cicloni Mozambico. La presenza delle chiese

Non solo preghiere, ma anche impegno concreto per affrontare la crisi umanitaria. L’esempio della Chiesa presbiteriana del Mozambico e della Federazione luterana mondiale. Ancora attiva la campagna di sottoscrizione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI)

Foto Philip Wijmans - FLM

Roma (NEV), 20 maggio 2019 –  Dopo il ciclone Idai, che ha provocato la “peggiore crisi umanitaria nella storia recente del Mozambico” secondo la Croce Rossa e la Mezzaluna rossa, un altro uragano, Kenneth, si è abbattuto sul paese colpendo 250.000 persone e provocando distruzione di infrastrutture, aree disastrate, rischio colera.

L’Igreja Presbiteriana de Moçambique (Chiesa presbiteriana del Mozambico, IPM), membro della Comunità di chiese in missione (CEVAA), è impegnata da tempo a denunciare i cambiamenti climatici e le difficoltà a essi collegate. L’IPM conta 55 pastori in 70 parrocchie per circa 200.000 membri e, fra le sue attività, vi è quella di ruolo educativo e formazione, come riferisce il Riforma.it.

Tecnici FLM riparano una pompa d’acqua danneggiata nel villaggio di Gudza, nel Mozambico centrale. Foto Philip Wijmans – FLM

“Ci vorranno diversi mesi prima che le persone possano tornare alla loro vita normale” ha dichiarato Clovis Mwambutsa, coordinatore del programma di emergenza della Federazione luterana mondiale (FLM), che con la Chiesa evangelica luterana in Mozambico e altre chiese membro sta intervenendo nei villaggi isolati di Manica a seguito del ciclone Idai: “Le inondazioni hanno spazzato via case, coltivazioni, bestiame, vestiti, scorte di cibo e utensili domestici” ha dichiarato un residente del villaggio di Muchai al team FLM, come si legge sempre su Riforma.it. “La FLM ha iniziato a pulire le pompe d’acqua contaminate, a riparare quelle danneggiate e a formare comitati per gestire i pozzi in Muchai e altri tre villaggi, distribuendo a oltre 3000 persone prodotti chimici per il trattamento delle acque, tende e articoli di prima necessità”.

Il governo del Mozambico e altre organizzazioni stanno fornendo cibo, semi e attrezzature. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, oltre 600 persone sono morte in Mozambico per il passaggio di Idai, e oltre 1,8 milioni di persone hanno ancora bisogno di assistenza dopo la devastazione che ha colpito anche Zimbabwe e Malawi.

A seguito del ciclone Idai, il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha lanciato una sottoscrizione i cui proventi saranno destinati a programmi di soccorso e ricostruzione nei tre paesi colpiti attraverso organismi di soccorso internazionale delle chiese come l’Alleanza Action by Churches Together (ACT Alliance) o direttamente a chiese locali, come nel caso della Chiesa battista dello Zimbabwe che intrattiene da molti anni un rapporto diretto e proficuo di collaborazione con l’Unione cristiana evangelica battista italiana (UCEBI).

Le offerte possono essere inviate sul conto corrente della

Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia – Via Firenze 38, 00184 Roma

Banca Unicredit – Via Vittorio Emanuele Orlando, 70, 00185 Roma

IBAN : IT 26 X 02008 05203 000104203419

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Causale: Ciclone IDAI