California (USA). Lo “stravagante benvenuto” ai migranti delle chiese nel deserto

Foto UCC

Roma (NEV), 22 maggio 2019 – La congregazione della Chiesa unita di Cristo (UCC) di Palm Springs, in California, insieme alla chiesa cattolica di Coachella, provvedono a uno “stravagante benvenuto” (extravagant singifica sia ‘stravagante’ sia ‘prodigo’, ndr) ai migranti. Sono la “Bloom in the Desert” e la “Nostra Signora di Soledad”, la cui collaborazione si è consolidata anche grazie a una sovvenzione nazionale dell’UCC.

Queste chiese aiutano i migranti che arrivano, principalmente attraverso Yuma, negli Stati Uniti. I richiedenti asilo, circa 30 al giorno, vengono accolti temporaneamente in strutture della Nostra Signora di Soledad dove, grazie al lavoro di molti volontari e agenzie di servizi sociali, vengono distribuiti alimenti, scarpe, vestiti e altri generi di conforto in modo che queste persone, fra cui numerosi bambini, possano continuare il loro viaggio verso le loro città di destinazione in tutto il paese. “La chiesa è una delle numerose comunità religiose che aiutano i migranti rilasciati dagli straripanti centri frontalieri di identificazione” si legge nell’articolo “L’amore fiorisce nel deserto”, sul sito dell’UCC. “Dal momento che la nostra congregazione locale non possiede degli spazi, abbiamo diretto i nostri sforzi per la raccolta di vestiti, prodotti alimentari, articoli per l’igiene e per l’assistenza finanziaria” ha affermato Jim Nixon, di Bloom in the Desert, che ha ricevuto la sovvenzione dall’appello d’emergenza “Keep Families Together” del giugno 2018, fondo amministrato dai ministeri UCC per lo sviluppo e l’aiuto umanitario.

La congregazione di Palm Springs “Bloom in the Desert” (Fiori nel deserto), nasce come nuova chiesa metodista 16 anni fa e si affilia poi all’UCC per la sua posizione aperta sul clero LGBTQ. Si riunisce in uno spazio affittato al Demuth Community Center e sta lavorando in collaborazione con la chiesa di Coachella per l’accoglienza attraverso donazioni e raccolta di beni di prima necessità per gli stranieri: “I migranti transitano qui in 24 ore. Sono nutriti, vestiti e assistiti – racconta Nixon –. Poi ripartono con uno zaino con dei cambi e due panini. Ci sono molti bambini”.

Sul sito UCC si possono leggere alcune testimonianze di volontari attivisti, come quella di Megan Cassette, che ha parlato di esperienza gratificante ed educativa: “Vedere i volti dolci dei bambini mi ha commosso fino alle lacrime, mentre pensavo a quelli che sono stati allontanati con la forza dai loro genitori”. “Quello che viene fatto a Coachella è l’essenza di un cristiano” ha detto Ed Span. E infine: “Il volontariato e la testimonianza diretta del bisogno disperato che si trova a pochi minuti dalle nostre case, nella Coachella Valley, è stato come un risveglio travolgente”, ha dichiarato Joanna Stark.

“Coachella” potrebbe far pensare alle immagini di “un enorme festival annuale di musica – conclude Nixon – , ma il lavoro di Dio viene svolto in questa comunità da alcuni eroi invisibili. La nostra congregazione UCC ha il privilegio di essere parte di questo sforzo per aiutare ad accogliere questi stranieri e dare loro la speranza per un futuro migliore. Questa opportunità si sposa perfettamente con la missione di ‘Accogliere lo straniero’. Speriamo che la nostra storia ispiri altri gruppi di fede a diventare ‘stravaganti e accoglienti’ come noi cerchiamo di essere”.

La comunità di Bloom in the Desert si definisce “popolo dello stravagante benvenuto di Dio” e “popolo del Patto” e ha come missione quella di lavorare “per un mondo giusto e amorevole attraverso il servizio e la generosità”. Nella sua dichiarazione di fede, si legge ancora: “Ci allineiamo ai cinque impegni storici dell’UCC. Siamo una chiesa unita e unificante. Siamo una chiesa multirazziale e multiculturale. Siamo una chiesa accessibile a tutti. Siamo una chiesa aperta. Siamo una chiesa di pace e giustizia”.