Roma (NEV), 28 maggio 2019 – Il Comitato Esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha ribadito la sua richiesta di una giusta pace in Israele e in Palestina. “Questo impegno è parte del tessuto della nostra fede e del retaggio del movimento ecumenico”, recita la dichiarazione che è stata diramata il 27 maggio. “Cerchiamo di esprimerlo accompagnando le chiese, i partner interreligiosi e le comunità di queste terre nella loro testimonianza e lavoro per la giustizia e per la pace”.
Il CEC ha chiesto una pace fondata sulla giustizia. “Proprio come noi denunciamo categoricamente l’antisemitismo come peccato contro Dio e l’umanità, così respingiamo la discriminazione, l’emarginazione, la punizione collettiva e la violenza contro il popolo palestinese sulla base dell’etnia, della razza o della religione, anche come peccato contro Dio e l’umanità”, recita la dichiarazione. “Chiediamo un approccio alla situazione in Israele e in Palestina che non lo riduca a una competizione su opposti binari, in cui si deve scegliere una parte o l’altra, ma che riconosca e affermi l’umanità comune, la dignità donata da Dio e i diritti di tutte le persone della regione”.
Il CEC continua a sostenere e promuovere la visione della soluzione dei due stati come l’unica configurazione praticabile per la coesistenza pacifica e invita “tutte le chiese membro, i partner ecumenici e interreligiosi e tutte le persone di coscienza e buona volontà a continuare a sostenere e ad affermare l’uguale dignità umana e i diritti di tutte le persone, sia israeliani che palestinesi”, si legge nella dichiarazione.
La dichiarazione del Comitato esecutivo della CEC sulla pace giusta in Palestina e Israele, 27 maggio 2019