Roma (NEV), 11 giugno 2019 – La scorsa settimana tre membri di DIPAZ, la piattaforma di dialogo interecclesiale per la pace in Colombia, sono stati ospitati a New York dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e hanno avuto modo di informare gli stati membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul peggioramento della situazione colombiana in relazione agli accordi di pace con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) e al dialogo in stallo con l’Esercito di liberazione nazionale. La delegazione composta dal vescovo Atahualpa Hernández, presidente della Chiesa evangelica luterana in Colombia, dal pastore Milton Mejía, della Chiesa presbiteriana in Colombia e da Nidiria Ruiz Medina, della Commissione inter-Chiesa per la giustizia e la pace ha chiesto l’impegno di tutti per attuazione degli accordi di pace e per la protezione dei difensori dei diritti umani.
“La situazione sta peggiorando in Colombia. Ci sono intere regioni in cui il governo non è presente per proteggere le persone. Settecento difensori dei diritti umani ed ex combattenti sono stati uccisi negli ultimi due anni”, ha detto Nidiria Ruiz Medina, vittima del conflitto dalla regione di Naya. Le sue principali preoccupazioni sono la protezione dei difensori dei diritti umani, l’importante ruolo delle donne nel processo di pace e la protezione dei diritti alla terra delle popolazioni indigene.
“Le multinazionali contrattano i paramilitari per costringere intere comunità disarmate a lasciare le proprie terre. La terra viene quindi rubata per essere utilizzata dalle imprese per i propri interessi privati”, ha affermato. “Questo disperde intere comunità indigene. Chiediamo al governo di adempiere al suo impegno di protezione”.
Durante un evento pubblico il pastore presbiteriano Milton Mejia ha espresso preoccupazione per la richiesta del governo colombiano di modificare unilateralmente gli accordi di pace con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia e per il fatto che alcuni governi ritengono che qualsiasi organizzazione che cerchi un dialogo con il Esercito di liberazione nazionale sia collusa con i terrorismo. “Siamo fermamente contrari a tutte le forme di violenza. Stiamo per la pace “, ha detto. “Il Vangelo ci obbliga a promuovere la pace con la giustizia e a cercare la riconciliazione”.
Il vescovo luterano Atahualpa Hernandez si è appellato alla comunità internazionale per sostenere la Colombia nella piena attuazione degli accordi di pace, per sostenere la protezione dei difensori dei diritti umani e degli ex combattenti e per riprendere il dialogo con l’Esercito di Liberazione Nazionale.
Il pastore Douglas Leonard, rappresentante del Consiglio ecumenico delle chiese presso le Nazioni Unite a New York ha ricordato che “nel caso della Colombia, è importante che il patrocinio e le posizioni delle chiese siano ascoltati sia nel Dipartimento delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e gli affari politici sia in incontri diretti faccia a faccia con gli ambasciatori che siedono nel Consiglio di sicurezza”.