Roma (NEV), 2 agosto 2019 – Nulla di fatto a Palermo riguardo all’intitolazione di un tratto di “via dello Spezio”, dove si trova la chiesa valdese, al pastore Pietro Valdo Panascia, che proprio lì ha vissuto e operato.
Nonostante l’atto n. 93 del 28 luglio 2017, con cui la Città di Palermo, settore cultura – servizio toponomastica, determinava la variazione della denominazione, non sarà possibile procedere a causa del “no” della Soprintendenza.
“Qualche mese dopo la determinazione è arrivato lo stop insindacabile da parte della Soprintendenza” spiega sulla pagina Facebook della chiesa valdese di Palermo il pastore Peter Ciaccio, promotore dell’iniziativa, che a maggio 2017 aveva trasmesso agli uffici competenti la richiesta.
La Soprintendenza ha dichiarato “Via dello Spezio” un nome storico e, pertanto, non modificabile. Commenta Ciaccio: “C’è stata sorpresa e rammarico da parte nostra. Il rammarico potete immaginarlo, mentre la sorpresa derivava dal fatto che ‘Via dello Spezio’ non sarebbe andata a sparire, ma anzi sarebbe rimasto il tratto nel Borgo, separato dai numeri civici 41 e 43 dall’apertura, qualche decennio, fa di via Roma ‘nuova’. Sarebbe dunque stata anche una scelta utile agli abitanti: a titolo d’esempio, una volta un’ambulanza è arrivata in ritardo perché cercava il numero 43 nel tratto del Borgo”.
Continua il pastore: “La Determinazione è invalida, ma non del tutto annullata, vale a dire che le motivazioni e le intenzioni del Comune rispetto a inaugurare una ‘via Pietro Valdo Panascia’ non sono venute meno, ma occorre trovare un’altra strada, sempre in zona, la cui denominazione non abbia un vincolo insormontabile. Il Comune ci aveva proposto anche una strada in periferia senza vincoli, ma insieme abbiamo convenuto che fosse opportuno collegare il toponimo ai luoghi ove il pastore Panascia ha operato e ha lasciato il segno in questa nostra città. Restiamo in attesa”.
“Ci rendiamo conto che ‘Via Pietro Valdo Panascia’ non è tra i bisogni primari di questa città – conclude Peter Ciaccio –. Tuttavia riteniamo che la memoria dei cittadini che hanno contribuito al bene comune sia fondamento per costruire una città migliore”.
Pietro Valdo Panascia (1927-2007) fu coraggioso e generoso testimone di fede e di impegno sociale, dalla scelta di fondare il Centro diaconale nel quartiere La Noce, alla partecipazione in prima fila fra i valdesi nel terremoto del Belice. Fu lui, con la comunità della chiesa valdese di Palermo, ad affiggere il manifesto che ricordava il comandamento ‘non uccidere’ all’indomani del 30 giugno del 1963, quando nella strage di Ciaculli, borgata agricola di Palermo, furono uccisi cinque carabinieri e due militari dell’esercito, fatto che scosse l’opinione pubblica in tutta Italia. Unica risposta cristiana contro la mafia, il manifesto, tuttora conservato nella chiesa valdese di Palermo, ammoniva: “è Dio che ordina di non uccidere!”