Uruguay. Identità evangelica, persone trans e laicità dello stato

Il mondo protestante uruguayano si rammarica per la generalizzazione delle posizioni evangeliche operata dalla stampa nel dibattito sul referendum sulla Legge per le persone trans

Roma (NEV), 2 agosto 2019 – Il pastore Hugo Armand Pilon, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Uruguay (FIEU) ha diramato nei giorni scorsi una dichiarazione in cui si rammarica che la stampa ignori la pluralità di pensiero e atteggiamenti nei confronti dei diritti umani, dell’etica e della morale, tra le diverse chiese evangeliche.

La dichiarazione si riferisce ad un titolo del quotidiano uruguayano El País del 27 luglio 2019 – “Le chiese evangeliche si mobilitano contro la legge trans in Uruguay” – nel quale la posizione delle chiese appartenenti alla FIEU viene assimilata a quelle di altri settori evangelici rispetto al pre-referendum, che si terrà il prossimo 4 agosto, che propone di indire una votazione popolare per abrogare la Legge 19.684 per le persone trans.

La legge, approvata dal Parlamento lo scorso 19 ottobre, propone la creazione di specifiche politiche pubbliche attraverso la progettazione e la promozione di azioni positive – pubbliche e private – che hanno lo scopo di integrare le persone trans in tutte le aree dalle quali sono state storicamente escluse: sociale, educativa, culturale, economica, lavorativa, sanitaria (qui il testo della Legge).

Dal mese di maggio di quest’anno, la campagna a favore dell’abrogazione della legge ha raggiunto un numero di firme sufficienti per promuovere il pre-referendum del 4 agosto, che non è obbligatorio e per avere valore deve raggiungere il quorum del 25% degli aventi diritto. I deputati del Partito Nazionale (centro-destra) Carlos Iafigliola e Álvaro Dastugue, quest’ultimo anche pastore evangelico della Iglesia Misión Vida, sono i principali motori della campagna per abrogare la norma.

Il presidente della FIEU Pilon, nella sua dichiarazione, ha denunciato “il rischio di generalizzare, creando confusione, in particolare su questioni di vitale importanza per la vita e la dignità delle persone” e ha ribadito che la FIEU “non è collegata o vuole essere identificata con altre organizzazioni, chiese, movimenti o persone, che si definiscono evangeliche e beneficiando delle libertà che offre la laicità dello Stato uruguaiano, intendono utilizzare questa denominazione per ottenere voti o per legittimare partiti politici”.

Il comunicato della FIEU afferma anche che “le leggi, in particolare quelle che riguardano la difesa e la promozione dei diritti umani negate alle minoranze di persone storicamente violate, sono quelle che con più cura e attenzione devono essere conosciute da tutta la popolazione, in modo che tutti possano capirle e decidere”.

“Ci opponiamo – conclude Pilon – a una visione clericale, che scomunica a priori ogni tentativo razionale e inquadra ogni atto umano in una sfera di sacralità regolata da un principio sacerdotale, e in questo modo divide i cittadini tra buoni e meno buoni, rinchiudendoli in concezioni paternalistiche, conservatrici e autoritarie”.

Anche Carola Tron, moderatora della Iglesia valdense del Rio de la Plata, è intervenuta sul tema con una lettera al giornale, manifestando la sua insoddisfazione per il titolo utilizzato e per la generalizzazione contenuta in esso: “La nostra chiesa rappresenta le minoranze protestanti, e ha una chiara identità segnata dalla separazione tra Stato e Chiesa; crediamo che questa Legge è stata già discussa a tempo debito e approvata all’interno di un processo democratico, e con le garanzie di uno stato laico che deve garantire i diritti di tutti, ma soprattutto il benessere dei più indifesi e discriminati dalla società”, ha scritto.

Tron, in qualità di pastora, ha anche scritto un articolo per il sito ALC Noticias. “La chiesa valdese è nata dai margini. È stato un movimento espulso, perseguitato e minacciato. Quel luogo non-luogo, di invisibilità e di condanna, ci ha reso parte di una minoranza presente. Da quel luogo guardiamo la realtà e la leggiamo alla luce dell’interpretazione biblica scoprendo nuovi segni dei tempi su cui dare la nostra testimonianza”.

Tron ha ricordato anche il percorso della Iglesia valdense del Rio de la Plata durante il dibattitto per l’approvazione della Legge per le persone trans: “Ci siamo incontrati e abbiamo ascoltato le testimonianze di vita e della sofferenza, della mancanza di accesso alla salute, delle aspettative di vita che non superano i quarant’anni a causa dell’emarginazione e dell’esclusione. Dalla Mesa Valdense abbiamo accompagnato la Campagna per l’approvazione della Legge”.

“Accrescere empatia dai margini è una premessa e una ricerca di coerenza della mia identità di cristiana e valdese” ha concluso.