Roma (NEV), 17 settembre 2019 – La Chiesa evangelica luterana di Colombia (IELCO) ha reso nota una dichiarazione in cui esorta gli ex combattenti a non prendere le armi e riprendere un conflitto che ha causato oltre 250.000 vittime nell’ultimo mezzo secolo.
Nel 2016 il governo colombiano, guidato dall’ex presidente Juan Manuel Santos, ha firmato un accordo di pace con le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) nella capitale cubana, L’Avana. I combattenti delle FARC si sono impegnati a consegnare le loro armi e formare un partito politico in cambio della garanzia che tutti gli ex combattenti sarebbero stati supportati nel processo di reinserimento nella vita civile.
Quando è stato annunciato l’accordo, il segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM) Martin Junge, ha offerto al popolo colombiano il continuo sostegno della comunione globale e li ha esortati a “custodire la visione di una pace duratura” nel loro paese.
Ma il 29 agosto diversi ex leader delle FARC hanno annunciato la nascita di un nuovo raggruppamento guerrigliero, nato da una scissione dell’estinto gruppo delle FARC accusando l’attuale governo di aver tradito il processo di pace; come già riportato dall’Agenzia NEV nei primi 8 mesi dell’attuale governo, ben 172 leader sociali e difensori dei diritti umani sono stati assassinati.
Dopo questo annuncio la IELCO ha pubblicato una dichiarazione che esprime preoccupazione e invita tutte le comunità cristiane, “in particolare le sorelle e i fratelli della comunione luterana globale a continuare a lavorare e pregare per la pace” in Colombia.
La dichiarazione, firmata dal vescovo presidente IELCO, il pastore Atahualpa Hernández Miranda, sottolinea che la chiesa ha costantemente accompagnato la ricerca della pace nel paese e ha sostenuto specificamente l’attuazione dell’accordo di pace del novembre 2016.
In risposta alla decisione di far rinascere un movimento guerrigliero, lo IELCO ha esortato le persone a non perdere la speranza e ha invitato la comunità internazionale a continuare a sostenere la ricerca di una “via negoziata e non violenta per uscire dal conflitto armato in Colombia”.
La dichiarazione ha inoltre esortato il governo colombiano a “mantenere un atteggiamento di dialogo” e a rispettare pienamente i termini del Sistema globale di verità, giustizia, riparazione e non ripetizione che è stato istituito come una parte fondamentale del processo di pace, e che ha tra i suoi punti fondamentali la protezione delle vittime e dei leader sociali.
I leader dello IELCO hanno ribadito il loro appello a tutte le parti a “respingere tutte le forme di violenza e in particolare il riarmo degli ex combattenti delle FARC”. “Li incoraggiamo a riconsiderare l’uso delle armi e a seguire il cammino di pace che Gesù Cristo ha incarnato e proclamato su questa terra”, afferma la dichiarazione.
In conclusione, i dirigenti della chiesa hanno ribadito il loro impegno nella ricerca della verità e della giustizia per tutte le vittime del conflitto e si sono impegnati a continuare ad accompagnare gli ex combattenti che hanno scelto di respingere la violenza e perseguire i propri obiettivi con mezzi pacifici.