Roma (NEV), 19 settembre 2019 – “Con i e le giovani chiediamo che il Governo dichiari l’emergenza climatica i cittadini e le cittadine vengano informati sulla gravità della situazione climatica”, queste le parole con cui la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) aderisce allo sciopero globale per il futuro.
“Nella settimana tra il 20 e il 27 settembre (in Italia sarà venerdì 27) si svolgerà il terzo sciopero globale per il futuro – dice la GLAM -, globale come si definisce l’economia neoliberista messa in atto circa quaranta anni fa proprio per sganciare l’economia da ogni responsabilità e vincolo di giustizia economica, sociale e climatico-ambientale”.
Sorto più di un anno fa dall’azione di Greta Thunberg, il movimento mondiale per il cambiamento delle politiche energetiche ha toccato il Forum economico mondiale di Davos e il Parlamento europeo, mentre il 23 settembre si svolgerà il Climate Action Summit, vertice mondiale tra capi di Stato e di governo, imprenditori, ONG, amministratori locali e attivisti, chiamati a fare il punto sugli impegni di ciascuno Stato per il 2020, come da Accordo di Parigi del 2015, per arrivare a “ridurre le emissioni di gas serra del 45% nei prossimi dieci anni e al piano emissioni zero entro il 2050”. In questo quadro, un ruolo cruciale è svolto dagli NDC (Nationally Determined Contributions), gli impegni di ogni paese per tagliare i gas serra. La conferenza sarà preceduta il 21 settembre dallo UN Youth Climate Summit, il vertice dei giovani sul clima a cui parteciperanno 500 giovani da tutto il mondo, scelti dalle Nazioni Unite come leader nei loro paesi della lotta alla crisi climatica.
In un Report speciale ad agosto l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, ha ribadito quanto aveva descritto nel Rapporto dello scorso anno: il cambiamento climatico richiede misure drastiche da adottare non solo in settori come energia, industria e trasporti ma riguarda anche l’agricoltura e l’uso sostenibile dei suoli, oltre che la silvicoltura per frenare la deforestazione e il degrado dei terreni boschivi. Gli studiosi chiedono un approccio integrato alle problematiche ambientali, affrontando anche i temi collegati della povertà e delle migrazioni.
“In molti paesi, movimenti e cittadini stanno citando in giudizio Stato, istituzioni e imprese per costringerli ad attuare politiche rispettose dell’ambiente e sostenibili – dice la GLAM -. Nelle bozze dei piani nazionali energia e clima 2021-2030 l’Italia è stata criticata dalla Commissione europea tra l’altro per la ambiguità della sua politica energetica”.
Per questo motivo la Commissione Globalizzazione e ambiente, in occasione della settimana mondiale per la giustizia climatica ribadisce “il sostegno alle lotte di quanti si stanno opponendo, particolarmente nel Sud Italia, alla devastazione prodotta dalle trivellazioni o al trasporto di energie fossili; da decenni si battono perché la produzione non generi rifiuti e contro la obsolescenza programmata; denunciano la insostenibilità di un modello di mobilità basato sulla automobile di proprietà; difendono gli alberi e contribuiscono alla riforestazione; si impegnano contro la costruzione di opere pubbliche inutili e in contrasto con la emergenza di fermare il cambiamento climatico in atto”.
Ricordando che questa settimana di mobilitazione cade durante Il tempo del creato la GLAM conclude dicendo che “per un pellegrinaggio di giustizia e pace verso il creato occorre pensare ad un sistema economico non più centrato sul profitto di pochi ma sul soddisfare le necessità di tutti, al servizio delle persone e dell’ambiente, che rispetti i tempi e gli spazi della vita che non sono quelli del mercato”.