Roma (NEV), 23 settembre 2019 – “Leggere la Bibbia nel contesto del cambiamento climatico offre una visione di speranza nella fedeltà di Dio verso la creazione, un appello a praticare l’amore e la giustizia nei confronti dei nostri vicini umani e non umani, e un avvertimento del giudizio di Dio su coloro che non desiderano farlo. In questo contesto, chiudere le nostre orecchie alle voci dei più vulnerabili al cambiamento climatico non sarebbe altro che rinunciare al voler essere discepoli di Cristo”. (dal documento Hope in God’s Future delle chiese battiste, metodiste e riformate di Gran Bretagna, 2008)
Il 17 settembre si è concluso il Consiglio metodista europeo che per quattro giorni ha raccolto una quarantina di delegati provenienti da varie chiese e da istituti metodisti di tutta Europa nel “Centro Ecumene” di Velletri.
Il tema del cambiamento climatico e dell’inquinamento del pianeta è stato uno dei punti centrali di questa assise e ha portato all’approvazione di un documento breve ma molto denso, corredato da alcune azioni che lo stesso Consiglio dovrà mettere in pratica sin dal suo prossimo incontro: ad esempio, renderlo plastic free, stampare solo ciò che è strettamente necessario e tassarsi nel caso si voli per raggiungere il luogo del prossimo Consiglio, utilizzando i soldi raccolti per sostenere progetti “verdi” nel proprio paese.
Il Consiglio ha, però, inquadrato questa problematica nel più ampio complesso delle difficili questioni che attraversano l’Europa tutta e che rendono questo un tempo di scelte decisive, un vero e proprio kairòs. Si è così nuovamente affrontata la questione delle migrazioni e di come possano essere implementati impegno e sensibilizzazione delle chiese metodiste europee (a esempio lo scorso anno si è definita una liturgia comune da adoperare nella Giornata mondiale del rifugiato, 20 giugno), anche collaborando con altre chiese e associazioni creando una sorta di network virtuoso.
Un’ampia discussione si è centrata sul futuro delle Chiese metodiste unite in merito alle questioni di genere e su come evitare una possibile scissione vivendo la propria diversità di opinioni sul tema in seno a un’unità multiforme: posizioni differenziate e stimolanti contributi sono giunti dalle Conferenze del centro e sud Europa come da quelle del Nord, dell’area Baltica e dell’Est.
Le conseguenze della Brexit per la nostra comunione di chiese, le difficoltà di poter esprimere liberamente la propria fede in alcune nazioni e la sfida a essere comunità “missionali” nell’attuale contesto europeo sono stati altri argomenti messi sul tappeto e discussi in modo ampio e condiviso.
Le relazioni ecumeniche che il mondo metodista intrattiene a vari livelli hanno avuto ampio risalto anche per la partecipazione della vescova metodista Rosemarie Wenner, che ricopre attualmente l’incarico di Segretaria del Consiglio metodista mondiale a Ginevra e che ci ha aggiornati sulle varie iniziative che vedono i nostri rappresentanti internazionali impegnati in prima fila con il Consiglio ecumenico delle Chiese e nelle celebrazioni per il ventennale della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione per fede. A tal proposito, la vescova Wenner ha raccomandato a tutti i presenti di impegnare le proprie chiese “a livello nazionale per non escludere coloro che non hanno firmato la dichiarazione, ma per raccogliere con passi concreti i frutti verso un unità visibile”.
L’incontro è stato, però, anche occasione per i delegati di conoscere la chiesa metodista di Roma XX Settembre, che ha accolto con calore il Consiglio per il culto e per l’agape a base di cibo italo-filippino come la comunità che l’ha preparato. Non è mancata l’occasione di avere un tempo di convivialità e relax con un piccolo tour culturale che, partito dalle belle vetrate di Paolo Paschetto nella nostra chiesa, si è concluso al Pantheon mostrando ai delegati la bellezza e la ricchezza artistica della capitale.
Insomma, nella calda cornice del Centro Ecumene si è tenuto un Consiglio vivace e vivo cui la presenza del segretario generale del Consiglio mondiale metodista, vescovo Ivan Abrahams, è riuscito a dare un respiro internazionale anche in vista della 22a Conferenza mondiale metodista che dopo 25 anni tornerà in Europa, a Göteborg in Svezia, dal 19 al 22 agosto 2021 e che vedrà delegati delle chiese che si rifanno alla tradizione wesleyana, provenienti da 132 paesi e da tutti i continenti, riuniti a celebrare la comune fede nel Signore con il motto significativo: On the move, in cammino.
Articolo di di Mirella Manocchio, presidente OPCEMI