7 ottobre. GLAM: il lavoro sia dignitoso e sostenibile

In occasione del 7 ottobre, Giornata mondiale per il lavoro dignitoso quest'anno dal titolo 'Investire nella cura per l'uguaglianza di genere", la Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia richiama l’attenzione su questo tema

Ricostruzione al femminile del “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo realizzato da insegnanti e allieve dell’Istituto tecnico commerciale “Giovanni Caboto” di Chiavari - lunedì 15 gennaio 2018

Roma (NEV), 7 ottobre 2019 – In occasione della Giornata mondiale per il lavoro dignitoso, 7 ottobre, la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) richiama l’attenzione su questo tema e sulla necessità che il lavoro dignitoso e sostenibile sia al centro delle azioni dei governi e di un’economia globale che metta le persone al centro.

La GLAM ha, sin dagli albori del suo impegno, ritenuto importante avviare una riflessione condivisa sul tema del lavoro, della sua dignità e sostenibilità. Un gruppo organizzativo coordinato dalla GLAM ha realizzato una Carovana per la dignità e la sostenibilità del lavoro che nel 2015 ha attraversato l’Italia da Sud a Nord e ha raccolto nel suo percorso le riflessioni e connesso le storie materiali di tanti cittadini/e.

“Il tema di quest’anno della Giornata mondiale per il lavoro dignitoso, ‘investire nella cura per l’uguaglianza di genere’, – dice la GLAM – sollecita una riflessione sugli investimenti nella cura, fondamentali per raggiungere l’uguaglianza di genere nel lavoro e nella società, per migliorare i salari e le condizioni di lavoro e stimolare la vitalità economica in un tempo in cui l’economia globale è fragile e le famiglie dei lavoratori ne pagano le conseguenze. Il lavoro di cura, fondamentale nell’assicurare dignità e salute nelle nostre società, è significativamente sottovalutato e caratterizzato da salari e condizioni povere” conclude.

Sulle donne si caricano i due terzi del lavoro di cura non pagato, pari a circa il 13% del PIL globale ovvero a 10 trilioni di dollari l’anno. Nei paesi industrializzati un investimento del 2% del PIL in cure ha un ritorno positivo tra il 2,4% e il 6,1%. In 6 paesi emergenti un investimento del 2% del PIL nel lavoro di cura potrebbe creare 42 milioni di posti di lavoro.

La GLAM ricorda anche che nel 2019 si celebra il centenario dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL).

Il concetto di “lavoro dignitoso” nasce proprio nell’ambito delle norme promosse dall’OIL che, sin dalla sua istituzione, ha lavorato per la creazione di condizioni di lavoro dignitose. Per la tutela dei lavoratori l’OIL ha promosso la creazione di un’agenda dedicata alla promozione e alla diffusione di condizioni di lavoro dignitose, la Decent Work Agenda, che nel 2008 è stata ufficialmente adottata quale parte integrante della ILO Declaration on Social Justice for a Fair Globalization.

“All’impianto dell’OIL – ricorda la GLAM – è ispirato il gruppo di lavoro di CALL (Azione della chiesa sul lavoro e sulla vita) della Conferenza delle chiese europee (KEK) che ha lavorato dal 2011 al 2013 e ha prodotto un documento per le chiese dal titolo ‘Non c’è futuro senza un buon lavoro’”.

Nel novembre 2018 CALL ha organizzato, in collaborazione con la KEK, con la Chiesa evangelica di Germania (EKD), con la Commissione della Conferenza episcopale dell’Unione europea (COMECE), altri partner cattolici e l’Organizzazione internazionale del lavoro una conferenza sul lavoro dal titolo “Dare forma al futuro del lavoro”, che aveva anche una dimensione interreligiosa, con rappresentanza di comunità ebraiche e musulmane: “Sia i cristiani che i rappresentanti di altre religioni hanno sostenuto la necessità di mettere le persone al centro nel gestire le transizioni nel lavoro – spiega la GLAM -. Il lavoro non riguarda solo il benessere materiale, ma dovrebbe essere il luogo in cui una persona può prosperare, servire la società e prendersi cura della Creazione. Il lavoro retribuito, insieme al lavoro a domicilio e agli impegni di volontariato, dovrebbe consentire alle persone di partecipare attivamente alla società”.