Roma (NEV), 7 ottobre 2019 – Una risposta regionale alle crisi umanitarie nel Sud Sudan e in Somalia e il lavoro congiunto sui cambiamenti climatici sono stati i temi dell’incontro regionale dei programmi del World Service della Federazione mondiale luterana (FLM) in Africa orientale tenutosi dal 29 settembre al 4 ottobre scorsi a Lalibela, in Etiopia. Lo rende noto il sito della FLM.
Il coordinatore del programma regionale FLM Lokiru Yohana ha dichiarato: “Tutti i nostri programmi sono focalizzati sulla ricerca di soluzioni durature per l’intera regione. Intendiamo migliorare il nostro impegno e la nostra strategia a riguardo”.
All’incontro hanno preso parte team operativi del Sud Sudan, Etiopia, Kenya-Gibuti-Somalia e Uganda. I quattro programmi nazionali, insieme al Global Management Team di Ginevra, hanno presentato delle proposte per affrontare la crisi del Sud Sudan, concentrandosi sulla facilitazione del ritorno dei rifugiati, degli sfollati interni e sulla giustizia climatica.
2,3 milioni di sud-sudanesi sono rifugiati
La crisi umanitaria nel Sud Sudan è uno dei maggiori conflitti al mondo. Si stima che circa 2,3 milioni di sud-sudanesi vivano attualmente al di fuori del loro paese come rifugiati, la maggior parte dei quali in Uganda, Etiopia e Kenya. Ci sono 1,9 milioni di sfollati interni in un Paese che ospita anche 275.000 rifugiati dalle regioni del Nilo Azzurro e di Nuba del Sudan.
In seguito agli accordi di pace nel Sud Sudan, nonostante l’instabilità del Paese, i rifugiati hanno iniziato a tornare. “Non vogliamo stare fermi ad aspettare impreparati un ritorno in massa – ha afferma Yohana -. Avendo un forte radicamento nella regione, possiamo preparare i rifugiati e le comunità di accoglienza per quel ritorno”. La FLM prevede di aiutare le comunità a fare rete, facilitando e verificando la diffusione delle informazioni transfrontaliere sulla situazione politica, sulla sicurezza, sull’accesso a servizi pubblici e istruzione, sostenendo il reinserimento nelle comunità di origine.
Giustizia climatica
L’approccio strategico per la giustizia climatica nella regione riguarda anche il sostegno ai rifugiati. Oltre a introdurre energia pulita nei campi profughi e ai progetti di rimboschimento, si prevede un lavoro per la difesa delle comunità a rischio a livello locale, regionale e globale.
“L’Etiopia ha sofferto la siccità per anni” ha detto Sophia Gebreyes, rappresentante FLM Etiopia. Il cambiamento climatico influisce sulla giustizia di genere, sulla sicurezza e sulle migrazioni, spiega Gebreyes, che ha aggiunto: “Abbiamo 3 milioni di sfollati interni in Etiopia. Ufficialmente a causa di disordini politici, ma guardando più da vicino, la competizione per le risorse, come terra e acqua, e i cambiamenti climatici, sono fattori che influenzano grandemente il fenomeno”.
I programmi di sviluppo della FLM sono condotti in partnership con altre agenzie quali Bread for the World, il World Service australiano, l’organismo della chiesa di Svezia affiliato ad ACT Alliance (Action by Churches Together, agenzia operativa di chiese per lo sviluppo), la chiesa evangelica luterana in America, l’agenzia luterana canadese World Relief e quella norvegese Church Aid. Il desiderio della FLM è quello di continuare a lavorare congiuntamente su iniziative regionali anche il prossimo anno.