Roma (NEV), 8 ottobre 2019 – Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) ha firmato, insieme ad altre organizzazioni, una dichiarazione consegnata all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) che sollecita un’azione immediata sull’apolidia.
La minaccia dell’apolidia sta crescendo e nuovi rischi stanno superando gli sforzi per affrontare l’apolidia, osserva la nota. “Nella stragrande maggioranza dei casi, l’apolidia avrebbe potuto già essere sradicata se tutti i governi avessero pienamente adempiuto ai propri obblighi ai sensi del diritto internazionale”, si legge nella dichiarazione. “Una volta negato il diritto a una nazionalità, gli apolidi affrontano violazioni dei diritti umani di ampia portata, incluso il diritto all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al lavoro, alla proprietà, all’eredità, al movimento, alla partecipazione, alla libertà e alla sicurezza della persona”.
Gli apolidi sopportano anche alti tassi di separazione familiare, violenza di genere, tratta di esseri umani e povertà multigenerazionale, continua il testo. “Gli apolidi sono anche soggetti alla migrazione forzata, che a sua volta è causa di apolidia – così come nella Dichiarazione di New York per rifugiati e migranti”, si legge nel messaggio. “Alle comunità viene sempre più negata la documentazione o viene richiesto di dimostrare i loro legami con uno stato, nonostante abbia vissuto lì come cittadini per generazioni”.
Ad Assam, in India, ad esempio, 1,9 milioni di persone sono state effettivamente spogliate della loro nazionalità a causa dell’esclusione dal Registro nazionale dei cittadini, sottolinea il messaggio.
“In un mondo in cui stiamo purtroppo assistendo ad un crescente numero di leader che stanno incitando alla politica dell’odio e della paura attraverso il nazionalismo populista, riducendo così sempre più i diritti umani, alimentando sentimenti razzisti e xenofobi, che stanno colpendo tutti i più vulnerabili, compresi gli apolidi, questa dichiarazione congiunta è un promemoria per le nostre chiese e amici ecumenici sulla necessità di prendere una posizione chiara e forte contro l’apolidia. L’apolidia è una questione che interseca i diritti umani, la giustizia di genere, i diritti dei minori, la migrazione e la legge sui rifugiati, lo sviluppo e molti altri campi sui quali i nostri amici ecumenici hanno sempre lavorato”, ha affermato Segma Asfaw, responsabile del programma della Commissione CEC per gli affari internazionali.
La dichiarazione rileva inoltre che vi è anche una crescente incidenza della strumentalizzazione del ritiro della nazionalità per colpire oppositori politici e difensori dei diritti umani in violazione del diritto internazionale.