Roma (NEV), 30 ottobre 2019 – Annullare il memorandum Italia-Libia. Lo hanno chiesto oggi nel corso di una conferenza stampa a Roma le realtà aderenti al Tavolo Asilo, tra le quali anche la FCEI, presentando una lettera aperta indirizzata a governo e parlamento.
Ora a Roma conferenza stampa del #TavoloAsilo – cui aderiamo come #FCEI – per presentare una lettera aperta al governo perché non rinnovi il memorandum con la #Libia, con i giornalisti @mannocchia @nelloscavo, Philipp Zann pic.twitter.com/hv9j1tNunR
— Mediterranean Hope (@Medhope_FCEI) October 30, 2019
Il 2 novembre prossimo scatterà infatti la proroga automatica, di altri tre anni, del memorandum d’intesa con la Libia, siglato per la prima volta nel 2017 dall’allora premier Paolo Gentiloni e dal capo del governo di Tripoli Fayez Al Sarraj.
Contro questo rinnovo, dunque, si schierano le associazioni, le chiese, i sodalizi del Tavolo Asilo, in una lettera pubblica rivolta in primis alla politica. Insieme a loro, oggi, a Roma, in conferenza stampa, i giornalisti Francesca Mannocchi e Nello Scavo, entrambi autori di importanti inchieste sulla Libia e in particolare sul “caso” del già capo della guardia costiera libica della zona Ovest, Abd Raman al Milan, detto “comandante Bija”, insieme al collega reporter svizzero Philipp Zan e a Filippo Miraglia dell’Arci.
“Oggi l’arma di ricatto è in mare ed è a terra e ha un costo. In Libia – ha dichiarato la reporter de L’espresso e di Propaganda Live Francesca Mannocchi – intanto si sta combattendo una guerra: 5800 feriti, 1000 morti. E i migranti che vengono portati indietro sono esposti a questo conflitto, ai bombardamenti. Per tanto rinnovare quell’accordo è incosciente”.
Per Paolo Pezzati, policy advisor di Oxfam, una delle organizzazioni facenti parte del Tavolo Asilo, sono necessarie “una commissione d’inchiesta” su quanto accaduto nei rapporti tra Italia e Libia e nel Mediterraneo e “una missione umanitaria europea”, mentre Cesare Fermi di Intersos valuta l’accordo “gravissimo dal punto di vista umanitario, chiediamo per questo un negoziato serio”. Anche Amnesty, attraverso le parole del suo portavoce Riccardo Noury, intervenuto all’incontro odierno con la stampa, ha sottolineato come “non vogliamo più essere complici” di un accordo siglato “proprio nel giorno dei morti – ha detto provocatoriamente – non poteva esserci “giorno migliore”, visti i morti nel Mediterraneo e quelli nei centri di detenzione in Libia…”. Anche dal punto di vista giuridico ci sarebbero motivi per opporsi al rinnovo dell’accordo. Secondo l’avvocato Antonello Ciervo dell’Asgi, “firmare questo accordo rischia di essere criminale” e “l’Articolo 80 della Costituzione prevede che siano le Camere a ratificare trattati internazionali di natura politica. Il memorandum con la Libia è certamente un accordo politico ma non è mai stato votato in parlamento”.
“Sulla base di quell’accordo – si legge dunque nel testo rivolto a governo e Camere – l’Italia continua a sostenere con ingenti finanziamenti e dispiego di risorse la Guardia costiera libica e i centri di detenzione in Libia”.
Per tutte queste ragioni, conclude il testo firmato dal Tavolo Asilo, “Chiediamo con forza che il governo e il parlamento annullino immediatamente il memorandum del 2017 e i precedenti accordi con il governo libico e che, fatti salvi gli interventi di natura umanitaria, non vengano rifinanziati quelli di supporto alle autorità libiche nella gestione e controllo dei flussi migratori”. Infine, la campagna cui aderisce anche la FCEI sollecita l’avvio di corridoi umanitari, “canali di ingresso regolari, in modo che le persone non siano più costrette ad affidarsi ai trafficanti e a rischiare la vita nel tentativo di fuggire dall’inferno libico”. [BB]