Roma (NEV), 4 novembre 2019 – Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha espresso grandi speranze per il successo dei lavori della Commissione costituzionale siriana, che ha iniziato i suoi lavori la scorsa settimana.
“Il Consiglio ecumenico delle chiese spera che questa commissione, i rappresentanti del governo, l’opposizione e la vasta gamma di attori della società civile, contribuiscano a porre fine al tragico conflitto di lunga data in Siria che ha devastato il paese e ha recato terribile danno alla sua gente”, ha detto Tveit.
Quasi un anno dopo la nomina di Geir Pedersen come inviato speciale per la Siria da parte del segretario generale delle Nazioni Unite, il 30 ottobre sono stati convocati a Ginevra i 150 membri della Commissione costituzionale siriana per avviare un processo di riforma della costituzione.
Peter Prove, direttore del CEC per gli affari internazionali, ha espresso la sua speranza “che questi incontri offriranno una nuova opportunità per il processo di pace verso una governance credibile, inclusiva e non settaria”.
Dal 2011, il CEC ha favorito numerosi incontri e discussioni per promuovere il dialogo e la cooperazione su questioni relative al cambiamento democratico, alla parità di cittadinanza e alla coesione sociale. Tveit ha osservato: “Abbiamo accompagnato il popolo siriano nelle sue sofferenze più profonde e speriamo molto presto di essere in grado di condividere con loro la loro gioia e il sollievo per la fine del conflitto e l’instaurazione della pace con giustizia. Solo il dialogo politico e sociale può contribuire all’elaborazione di principi di convivenza, in dignità e uguaglianza, sotto lo stato di diritto. Invitiamo le nostre chiese ad accompagnare il popolo siriano sulla strada di una guarigione e di una ripresa sociale, economica e politica”.