Eurodiaconia a est del muro

Dopo la caduta del muro di Berlino è iniziato un processo di riorganizzazione per le strutture sociali legate alle chiese protestanti. L'editoriale della segretaria di Eurodiaconia, Heather Roy

Roma (NEV/Riforma.it), 13 novembre 2019 – Heather Roy, segretaria generale di Eurodiaconia, organizzazione che raggruppa decine di enti sociali legate alle chiese protestanti e evangeliche nel vecchio continente, nel suo consueto editoriale settimanale ha voluto sottolineare il percorso che le chiese e le organizzazioni diaconali e sociali ad esse collegate hanno compiuto nei Paesi a est del muro di Berlino.

Dalla visita in Polonia per partecipare alle celebrazioni per i 20 anni della Diaconia polacca, alle considerazioni sulle difficoltà delle chiese a svolgere attività di tipo socio assistenziale nell’Europa centrale e orientale durante il periodo socialista reale, ai partenariati fra paesi e comunità, Roy fa una panoramica del lavoro di Eurodiaconia:

“Di recente in Polonia mi è stato detto del lavoro con gli ‘Euro-orfani’, bambini lasciati dai genitori che migrano in cerca di lavoro meglio retribuito. Nella Repubblica Ceca, uno dei nostri membri sta aprendo la strada all’innovazione per vivere attivamente nella terza età e un altro sta assicurando che le persone con disabilità diventino autonome attraverso il lavoro per conquistare indipendenza e autodeterminazione. In Lettonia il sostegno alle famiglie a rischio di povertà è fondamentale, come in Ungheria, Ucraina e Lituania. In Slovacchia sono in fase di sviluppo progetti innovativi per l’assistenza ai malati di demenza, in Serbia si stanno incrementando le soluzioni abitative per famiglie Rom e gruppi di auto-aiuto”.

Tra le sfide che Roy indica ancora da superare, “la burocrazia, il sospetto che a volte permane nei confronti delle organizzazioni religiose, la mancanza di investimenti e finanziamenti, carenza di personale e di comprensione del ruolo delle organizzazioni non governative nella società”. I risultati restano comunque incoraggianti, secondo la segretaria di Eurodiaconia, che si è detta “felice che la diaconia si stia espandendo in tutta Europa, perché è questo che rende significativo il nostro lavoro a Bruxelles, al Parlamento europeo e altrove”.

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