Roma (NEV), 13 novembre 2019 – “Ancora una volta i dati dimostrano che l’opinione pubblica è dalla nostra parte nel chiedere la messa al bando delle armi autonome e nell’evitare che decisioni di vita o di morte siano lasciate a macchine o a qualsiasi forma di intelligenza artificiale, non in grado di assolvere a tale compito secondo principi etici e di umanità – ha dichiarato Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo, di cui fa parte la Commissione Globalizzazione ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, – a proposito dei dati del sondaggio per la “Campaign to Stop Killer Robots” in 10 differenti Paesi europei.
Il 73% degli intervistati da YouGov per “Campaign to Stop Killer Robots” vuole che i propri governi “lavorino per un divieto internazionale sui sistemi letali di armi autonome (LAWS)”. Solo il 13% degli intervistati si dice contrario a tale divieto.
L’opinione pubblica italiana è tra quelle maggiormente a favore di una messa al bando dei “killer robots”: il 75% degli intervistati vorrebbero che l’Italia diventasse protagonista nella creazione di norme internazionali e solo il 12% esprime contrarietà per questa opzione (circa il 13% non esprime opinione).
I risultati di questo sondaggio dimostrano una preoccupazione per il tema in continua crescita e in linea con quanto già evidenziato da un sondaggio approfondito e specifico condotto da IRIAD Archivio Disarmo a marzo 2019 che mostrava una contrarietà verso le armi autonome da parte del 70% degli italiani.
“Dobbiamo mantenere un controllo umano significativo sull’uso della forza – continua Vignarca – e chiediamo che il Governo italiano sia in prima fila nella elaborazione di norme internazionali in tale direzione”.
Dal 2014 più di 90 stati si sono incontrati otto volte alla Convenzione sulle armi convenzionali
(CCW) delle Nazioni Unite a Ginevra per discutere delle gravi minacce per l’umanità poste dalle armi autonome letali (LAWS) note anche come “killer robots”.
Alla riunione annuale della CCW del prossimo 15 novembre, gli Stati decideranno i loro prossimi passi per far fronte alle crescenti preoccupazioni sul consentire alle macchine, piuttosto che agli umani, di prendere decisioni di vita o di morte in conflitto.
Già 30 Stati hanno espresso l’intenzione di negoziare un nuovo Trattato per vietare completamente questi sistemi d’arma, mentre sono decine (tra cui l’Italia) i Paesi che hanno espresso l’urgente necessità di elaborare norme per mantenere un significativo controllo umano sull’uso della forza. I colloqui diplomatici sono stati incaricati di raccomandare “opzioni” sulla risposta normativa appropriata, ma devono ancora produrne uno a causa dell’opposizione delle maggiori potenze militari, in particolare la Russia e gli Stati Uniti.