Roma (NEV), 29 novembre 2019 – Basato su oltre 100 interviste approfondite con migranti, rifugiati, richiedenti asilo, rappresentanti di associazioni venezuelane, funzionari governativi e membri di organizzazioni della società civile, il Rapporto “Venezolanos/as en Argentina. Un panorama dinámico (2014-2018)” sulla migrazione venezuelana in Argentina”, curato dalla Commissione argentina per rifugiati e migranti (CAREF)*, dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (United Nations High Commissioner for Refugees – UNHCR) e dall’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (OIM), traccia un quadro delle caratteristiche socio-demografiche e dei percorsi di vita di uomini e donne che si sono spostati dal Venezuela all’Argentina tra il 2014 e il 2018.
Il CAREF è un’associazione composta da chiese cristiane che lavora per i diritti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo dal 1973; promuove i diritti umani di migranti, rifugiati e richiedenti asilo attraverso la costruzione di pratiche e norme che favoriscano la loro integrazione in condizioni di giustizia e uguaglianza. Fornisce consulenza professionale gratuita, orientamento, servizi di assistenza sociale e legale e incentiva azioni che consentano la definizione di politiche statali che tendano a garantire i diritti.
Si stima che negli ultimi cinque anni oltre 4.600.000 venezuelani abbiano lasciato la Repubblica Bolivariana del Venezuela. L’80% di questi si trova nei paesi sudamericani: 1.500.000 in Colombia, 900.000 in Perù, 400.000 in Ecuador, 400.000 in Cile, 200.000 in Brasile e 180.000 in Argentina.
Le 90 interviste mostrano una popolazione prevalentemente giovane, che è emigrata prima dei 40 anni, con una presenza significativa di coppie e famiglie con bambini piccoli.
Le storie raccontano come l’aggravarsi della crisi in Venezuela abbia alimentato le partenze e i vari modi in cui i migranti si sono spostati, per lo più rotte aeree, combinazioni di tratte aeree e terrestri e solo occasionalmente rotte terrestri.
La scelta dell’Argentina come paese di destinazione si lega in alcuni casi a precedenti soggiorni, in altri alla certezza di poter accedere a una documentazione legale, e soprattutto a ricongiungimenti familiari.
Per quanto riguarda il lavoro, il 90% degli intervistati era occupato al momento del colloquio, anche se con una significativa prevalenza di lavoro non registrato tra le donne. I frequenti cambi di casa dei migranti hanno evidenziato le difficoltà di accesso agli alloggi, soprattutto per gli alti costi in relazione ai salari percepiti.
Un aspetto unico della popolazione venezuelana residente in Argentina si riferisce all’elevata percentuale di persone con studi universitari. Tuttavia, quasi tutti i professionisti intervistati nel 2018 hanno incontrato due ostacoli: ritardi nei turni per avviare il processo di iscrizione legale nel paese, che comporta l’impossibilità di accedere a qualsiasi lavoro registrato, e un lungo processo di riconvalida dei titoli universitari. Un’altra singolarità si riferisce alle difficoltà che molte persone hanno in Venezuela di accedere alle convalide legali di diplomi, precedenti penali e certificati di nascita e al passaporto dei bambini che, a causa della loro età, non hanno ancora una carta d’identità.
Leggi qui il Rapporto.
*La Commissione argentina per rifugiati e migranti è composta da cinque chiese: la Chiesa evangelica dei discepoli di Cristo, la Chiesa evangelica del Rio de la Plata, la Chiesa evangelica metodista in Argentina, la Chiesa evangelica valdese del Rio de la Plata, la Chiesa evangelica luterana unita.