La Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa si unisce al Thursdays in black

Lanciata a Nairobi la campagna del Consiglio ecumenico delle chiese “Thursdays in black”. 

Roma (NEV), 29 novembre 2019 – Anche a Nairobi, Kenia è stata lanciata la campagna del Consiglio ecumenico delle chiese “Thursdays in black”. 

La Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa, i leader delle chiese, i membri della società civile e i giovani hanno chiesto insieme che si ponga la massima attenzione agli atteggiamenti e alle pratiche che consentono lo stupro e la violenza.

L’evento è stato organizzato congiuntamente dal Consiglio mondiale delle chiese e dalla Conferenza delle chiese di tutta l’Africa.

L’arcivescovo Timothy Ndambuki, presidente del Consiglio nazionale delle chiese del Kenya, ha esortato le chiese ad ascoltare e offrire solidarietà alle donne che subiscono violenza senza fare domande. Ndambuki ha anche chiesto alla chiesa di smettere di trattare le questioni della sessualità come sacre, e di aiutare a proteggere i bambini e alzare alzare la voce quando cadono preda di abusi e violenze.

Il lancio della campagna si è svolto durante i 16 giorni contro la violenza di genere. “16 Days” è una campagna internazionale annuale che inizia il 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e termina il 10 dicembre, Giornata dei diritti umani.

“Bisogna riconoscere il problema e adottare misure attive, tese a combattere e sradicare questa pratica. È necessario  costruire un terreno per salvaguardare le donne e gli uomini dallo stupro, in modo che ciascuno possa vivere in un clima di amore, onore e rispetto ”, ha affermato il Rosemary Mbogo, segretario provinciale della Chiesa anglicana del Kenya.

Proprio a Nairobi si è svolta dal 12 al 14 novembre scorsi la Conferenza Internazionale su Popolazione e Sviluppo  per rilanciare la Piattaforma di Azione della Conferenza Onu del Cairo del  1994 che poneva al centro i diritti e la salute riproduttiva delle donne mettendo in relazione il legame tra popolazione, sviluppo e benessere individuale ed evidenziando che la salute riproduttiva, l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne rappresentano lo strada preferenziale per lo sviluppo sostenibile.