Roma (NEV), 8 gennaio 2020 – L’ufficio Public Witness (OPW) della Chiesa presbiteriana degli Stati uniti (PCUSA), che si occupa delle politiche pubbliche dell’Assemblea generale della chiesa, ha diramato una richiesta d’azione per esortare i presbiteriani a contattare i loro rappresentanti presso il Congresso degli Stati Uniti per opporsi a ulteriori azioni militari contro l’Iran senza l’approvazione del parlamento.
La richiesta segue l’assassinio del generale iraniano Qassem Suleimani, avvenuto la settimana scorsa in un aeroporto iracheno, che ha scatenato una serie di reazioni e l’attacco della scorsa notte a basi militari statunitensi in Iraq.
“E’ importante che in questo momento la gente faccia sentire la propria voce attraverso il Congresso”, ha detto Catherine Gordon, dell’ufficio Public Witness.
L’appello dell’OPW chiede di esortare i rappresentanti e i senatori a sostenere i progetti di legge presentati alla Camera dei Rappresentanti e al Senato che proibirebbero ulteriori azioni militari contro l’Iran senza l’approvazione del Congresso.
“L’ultima Assemblea generale della Chiesa presbiteriana ha affermato il valore di una comprensione rispettosa e di una riduzione delle tensioni tra il governo statunitense e l’Iran. Come membri di una comunità di nazioni, dobbiamo lavorare per ridurre le tensioni ed evitare i conflitti, piuttosto che continuare sulla strada dell’ennesima guerra in Medio Oriente” ha proseguito Gordon.
La settimana scorsa, la PCUSA si è unita ad altre 23 entità religiose, tra cui la Chiesa Metodista Unita e la Chiesa Unita di Cristo, firmando una “Dichiarazione di fede sull’escalation della violenza con l’Iran”: “Il conflitto violento, – dice la dichiarazione – è un percorso di distruzione reciproca”.
Anche il Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti (NCCUSA) ha sollecitato la riduzione delle ostilità tra Stati Uniti e Iran ed ha esortato i leader iraniani e statunitensi ad allentare immediatamente le tensioni e tornare al tavolo delle trattative.
“Consideriamo quest’ultima crisi come una conseguenza della deplorevole decisione del presidente Trump di ritirarsi dall’Accordo sul nucleare JCPOA (Joint Comprehensive Plan of Action )”.
“Non può nascere nulla di buono dalla guerra tra gli Stati Uniti e l’Iran”, ha detto Jim Winkler, presidente e segretario generale del NCCUSA: “Abbiamo lavorato costantemente per la pace e la diplomazia e raddoppieremo i nostri sforzi collettivi come seguaci di Cristo per assicurarci di rifiutare il cammino della morte e del dolore che deriva dalla guerra”.