Roma (NEV), 12 gennaio 2020 – La Federazione delle chiese evangeliche in Italia ha scelto l’antisemitismo come tema principale della Settimana della libertà 2020 – un evento che si tiene ogni anno attorno al 17 febbraio, data in cui nel 1848 vennero concessi i diritti civili ai valdesi e, qualche giorno dopo, agli ebrei. Di questa scelta parliamo con Daniele Garrone, docente di Antico testamento alla Facoltà valdese di teologia e membro del Consiglio della Federazione evangelica.
L’antisemitismo sarà il tema della prossima Settimana della libertà che i protestanti italiani osservano a febbraio. Perché questo tema e perché proprio quest’anno?
Sono in aumento, in Italia soprattutto in rete, altrove in Europa e nel mondo anche con aggressioni fisiche, talora omicide, profanazione di cimiteri e altri oltraggi le parole e gli atti i odio contro gli ebrei. Tutto questo in un quadro che vede nel confronto nello spazio pubblico toni sempre più virulenti, spesso oltraggiosi, e in cui si riversano su presunti nemici frustrazioni, disagio e paure. E’ un terreno di coltura di questo genere che vide il diffondersi dell’antisemitismo negli ultimi decenni dell’Ottocento e nei primi del Novecento. I segnali di antisemitismo vanno presi sul serio innanzitutto per solidarietà con chi è oggetto di questa infamia, ma anche per la difesa delle nostre democrazie costituzionali parlamentari, che vollero reagire alla stagione dell’odio.
Quali sono le responsabilità delle chiese e cosa possono fare per opporsi all’antisemitismo crescente ovunque nel mondo?
La tradizione cristiana ha contribuito per secoli a diffondere una visione negativa dell’ebraismo. Dopo la Shoah è iniziato un processo, di denuncia delle visioni polemiche dell’ebraismo e di riconoscimento delle loro conseguenze. Le chiese, anche come luoghi di formazione, devono coltivare questa memoria critica della propria storia e promuovere un rapporto non conflittuale con il popolo ebraico.
Lei ha recentemente curato la pubblicazione di un libro intitolato “L’ebraismo. Guida per non ebrei” Di che si tratta?
Il titolo originale del volume, pubblicato in Germania e diffuso in più di 100.00 copie, era: “Quel che ognuno deve sapere sull’ebraismo”. Come per secoli il “cristiano qualunque”, aveva nel suo bagaglio tutta un serie di preconcetti e di visioni negative riguardo agli ebrei, si tratta ora di fare i conti con questo passato, di conoscere l’ebraismo nella sua realtà e di concepire l’identità cristiana in termini non polemici. Con l’informazione basilare, la ricostruzione storica e teologica, il volume vuole contribuire, in un linguaggio accessibile a tutti, a sviluppare un rapporto tra cristiani ed ebrei basato sulla conoscenza, il rispetto e la solidarietà
Cosa si aspetta da questa Settimana della libertà 2020?
Che gli ebrei d’Italia sentano la vicinanza delle nostre chiese in questi tempi bui, che le nostre chiese tengano alta la vigilanza rispetto al degrado dei discorsi di odio e che facciano della “Settimana” un’occasione per riflettere su come affrontare con responsabilità e decisione questo passaggio storico.
L’intervista può essere ascoltata qui, a partire dal minuto ’12 “20.