Cristiani contro la tortura (ACAT): liberate subito Patrick Zaki

Roma (NEV), 13 febbraio 2020 – L’Azione dei Cristiani per l’abolizione della tortura (ACAT Italia) esprime “profonda preoccupazione per la vicenda del giovane studente egiziano Patrick Zaki, arrestato e sottoposto a tortura per 30 ore, come raccontano il legale e la famiglia. Una vicenda che si ricollega in maniera macabra a quella di Giulio Regeni, il cui nome pare sia stato fatto nel corso dell’interrogatorio”.

In un comunicato diramato ieri, ACAT chiede al Governo italiano e alla comunità internazionale di “fare tutto il possibile affinché Patrick venga immediatamente liberato e possa tornare a studiare in Italia, e a tutta la società civile di continuare a tenere alta l’attenzione su questo ragazzo, perché tutti sappiano che non è solo”.

Continua il comunicato: “Non dimentichiamo però che Patrick purtroppo non è l’unico. Secondo un rapporto pubblicato lo scorso ottobre da parte di Amnesty International e HRW, sarebbero 16mila le persone arrestate per motivi politici dal regime di Al Sisi, sottoposte a isolamento e trattamenti inumani e degradanti. Di fronte a questi dati l’Italia e la Comunità internazionale non possono più continuare a far finta che tutto ciò sia normale, voltandosi dall’altra parte.


L’ACAT è un’associazione cristiana ecumenica che agisce contro la tortura e la pena di morte, impegnandosi al fianco di tutti coloro che hanno gli stessi obiettivi e promuovono i Diritti Umani. Fondato formalmente nella primavera del 1987 grazie al contributo della chiesa valdese di Roma e del movimento “Rinascita Cristiana”, il ramo italiano dell’Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura si deve all’ispirazione del pastore valdese Tullio Vinay, tra i primi in Europa a denunciare le violenze subite dai prigionieri politici in Vietnam. Sin dal principio l’ACAT scelse di operare su basi ecumeniche, mettendo insieme protestanti, cattolici, ortodossi e altre confessioni cristiane disposte a pregare e ad agire insieme. Tra le ultime battaglie della storia dell’associazione, spicca quella contro la pena di morte. Dal 2008 ACAT ha istituito un Premio di laurea per tesi sul tema della tortura e della pena di morte con il sostegno, fra l’altro, dell’8×1000 delle chiese metodiste e valdesi.