Coronavirus. La Parola che contagia

La “nuvola di parole”, preparata dal pastore Massimo Aprile a cui si fa riferimento nella lettera di Cristina Arcidiacono

Roma (NEV), 10 marzo 2020 – Il presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) ha inviato alle chiese dell’Unione una lettera della pastora di Milano Cristina Arcidiacono, segretaria del Dipartimento di Teologia che pubblichiamo integralmente.

Care sorelle e cari fratelli,

con questa lettera, come segretaria del Dipartimento di Teologia, desidero farmi portavoce dell’esperienza condivisa con le pastore e i pastori delle Chiese protestanti di Milano (chiese battiste di Bollate, Milano via Jacopino, Milano via Pinamonte, chiesa valdese, chiesa metodista, chiesa protestante di Milano (luterana e riformata), chiesa presbiteriana, Esercito della Salvezza) in queste settimane di chiusura dei nostri locali di culto a motivo dei decreti per impedire l’aumento del contagio del virus Covid-19. Come sapete, in Lombardia queste misure sono incominciate da lunedì 23 febbraio e stiamo cercando di leggere questo tempo anche come un’opportunità per vedere e sentire la realtà con filtri diversi, per fermarci e metterci in ascolto della Parola di Dio.

Ci siamo riunite e riuniti attorno alla Parola, cercando in essa parole contagiose, che seminino speranza, vigilanza, sapienza, solidarietà, responsabilità, amore. La prima parola che abbiamo individuato ci si è presentata nella forma del vuoto, Sela. 

In molti salmi, è indicata una pausa, Sela, avverte il salmista. Con questa parolina, la voce si ferma, si apre una nuova dimensione. Sela è oggi per noi sospensione dall’ordinario, dalla quotidianità così come pensiamo di poterla sempre controllare; Sela è richiesta di silenzio per metterci in ascolto della Parola che interpella la nostra vita.

Vogliamo guardare la fragilità umana e riconoscere nella sua inquietudine il senso di sgomento di fronte alla rottura dei sentieri programmati delle nostre vite, ma anche il desiderio di pienezza, di comunione, di speranza. Dio, in Cristo, ci accoglie anche in questa sospensione, ancor prima che possiamo accogliere noi stessi. Il vuoto, la pausa, chiama il respiro. Il respiro è vuoto e pieno, è soffio, è vento. E’ creazione, è creatura, è vita, è nascita nuova. La Parola, detta attraverso i tentativi umani, si fa spazio, si fa tempo, domanda ascolto, testa, cuore, vita. Abbiamo bisogno di fare il vuoto perché la Parola di Dio abiti in noi, prenda dimora e ci trasformi.

Vogliamo andare oltre l’emergenza, rendendo grazie a Dio per la chiesa, riconoscendo l’importanza delle comunità, laboratori, officine per essere ben equipaggiate e pronti nell’annuncio dell’amore e della grazia di Dio.

Ci siamo resi conto che possiamo fare ed essere comunità anche nel tempo in cui è necessario astenersi dagli abbracci, proprio grazie al fatto che siamo chiesa, per sperimentare l‘amore sotto altre forme, la voce, gli occhi, il pensiero, e su tutte, la preghiera. In questo tempo di carestia di relazioni comunitarie, quello che come chiese abbiamo messo in comune finora, l’esercizio quotidiano dello stare insieme tra persone diverse chiamate a stare insieme dalla Parola di Dio, diventa farina, olio, sale preziosi.

Ecco dunque alcune parole che ci sono sembrate importanti da dire in questo tempo, a cui se ne aggiungeranno altre, che voi stesse e voi stesse, le vostre chiese, stanno già pronunciando e alle quali potranno aggiungere quelle che in questo momento e nei rispettivi contesti è necessario ricordare per non perdersi nell’ansia, o nella paura dell’incertezza.

Si tratta di parole che vogliono anche incoraggiarci a non chiudere alle altri e agli altri, al mondo, il nostro cuore, il desiderio e la lotta per la giustizia e la pace. Il mondo è un villaggio e forse da ciò che non si vede, ma che viviamo come minaccia delle nostre libertà, oltre che della nostra salute, come un virus, ci è data la possibilità di imparare, diversamente, quanto l’umanità tutta sia interdipendente, quanto l’ambiente sia per tutti vitale.

Sono parole legate a dei testi biblici, in cui troviamo la presenza del Signore nelle situazioni difficili, anche in quelle che non vorremmo mai sperimentare.

Queste parole sono parte di due videomessaggi che come pastore e pastori delle chiese protestanti di Milano abbiamo voluto condividere con le nostre comunità, domenica 1 e domenica 8 marzo. Ecco i link per vedere i video.

Culto 1 marzo 2020 https://youtu.be/_o-EC-vw1jg

Culto 8 marzo 2020 https://youtu.be/3Q3pzK7pyyk

Speriamo così di fare rete tra chiese, di non lasciare che la paura strappi la comunione, ma permettere, invece, che la Parola la rinforzi e conforti i nostri cuori smarriti.

In allegato trovate anche una “nuvola di parole”, preparata dal pastore Massimo Aprile, una costellazione che può essere di aiuto a “non perdere la bussola”, soffermarci sulle singole parole, a ringraziare per ciò che abbiamo, a pregare per il mondo che brucia.

Un caro saluto in Cristo,

 

Cristina Arcidiacono