In occasione dei trent’anni della Convocazione ecumenica di Seul (5-12 marzo 1990) su “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”, pubblichiamo in anteprima il testo del pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che andrà in onda domenica prossima, 22 marzo, nella rubrica radiofonica “Culto evangelico” di Radio1 RAI.
Roma (NEV), 17 marzo 2020 – “È giunta l’ora di confermare la nostra alleanza con Dio, che ci lega anche gli uni agli altri. Noi viviamo in un momento unico della storia. Tutta la vita sulla terra è minacciata dall’ingiustizia, dalla guerra, dalla distruzione del creato perché abbiamo rotto l’alleanza con Dio”.
Comincia così il messaggio finale dell’Assemblea ecumenica mondiale su “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”, svoltasi trent’anni fa a Seul, in Corea del Sud, dal 5 al 12 marzo del 1990.
Oltre mille persone, appartenenti a tutte le confessioni cristiane, parteciparono a questo grande incontro promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese; circa ottanta gli italiani, in buona parte cattolici, nonostante il Vaticano avesse declinato l’invito ad essere co-invitante dell’evento e avesse limitato la sua presenza ufficiale a venti consulenti.
L’Assemblea si concluse con quattro “Atti di alleanza” e con dieci affermazioni. Gli Atti di alleanza riguardavano: 1) l’impegno per un ordine economico giusto; 2) per la smilitarizzazione delle relazioni internazionali e per una cultura della nonviolenza; 3) per preservare il dono dell’atmosfera terrestre e combattere l’effetto serra; 4) e infine per sradicare il razzismo.
Ed ecco le dieci affermazioni, tutte attualissime: 1) bisogna rendere conto a Dio di ogni esercizio del potere; 2) Dio fa una scelta a favore dei poveri; 3) tutti i popoli e le razze hanno lo stesso valore; 4) gli uomini e le donne sono creati a immagine di Dio; 5) la verità è alla base di una comunità di esseri liberi; 6) Gesù Cristo porta la pace; 7) il creato è amato da Dio; 8) la terra appartiene a Dio; 9) la dignità e l’impegno dei giovani devono essere riconosciuti; 10) i diritti umani sono un dono di Dio.
Ricordando in questi giorni l’anniversario dell’Assemblea di Seul, il pastore Martin Robra, per decenni impegnato nel Consiglio ecumenico di Ginevra proprio nel settore “Giustizia, pace e salvaguardia del creato”, ha sottolineato il carattere profetico della della priorità data alla questione dei cambiamenti climatici, un tema che trent’anni fa non era affatto di moda, tantomeno tra le chiese cristiane.
E ha rievocato l’immagine del culto finale, con il suo significativo gesto simbolico: partecipanti provenienti da tutti i continenti si sono radunati attorno ad una croce, tenendo alto con le loro mani un grande globo terrestre, “segno di riconciliazione, di guarigione e benedizione, sostenendolo insieme in un fragile equilibrio”.
Cristiani che si impegnano a sostenere insieme il fragile equilibrio della terra, dunque: un’immagine e un impegno sempre attuali, e specialmente in questi tempi in cui, a causa del coronavirus, sperimentiamo in modo particolare la nostra vulnerabilità in un mondo globalizzato.